L’incremento dell'autoconsumo fotovoltaico, sia individuale sia collettivo, dipende strettamente dalla diffusione dei sistemi di storage. La situazione in Italia.
Autoconsumo e accumulo, due facce della stessa medaglia. La crescita del primo presuppone, infatti, la diffusione del secondo e sono queste le tendenze a cui guardare per capire lo stato della transizione energetica in Italia. Su questo punto, è interessante il quadro tracciato dall’ultimo Electricity Market Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano che ha messo in luce una situazione tecnologicamente all’avanguardia - nonostante la recente crisi di materia prima che ha inciso sulle forniture e sui costi - e contemporaneamente un’arretratezza normativa che viene però colmata anno dopo anno. Ecco cosa sta succedendo e quello che dobbiamo aspettarci nel 2023.
L’autoconsumo in forte crescita
Gli ultimi quindici anni sono stati segnati dalla penetrazione delle rinnovabili che sono passate da una potenza installata di eolico e fotovoltaico di meno di 5 GW nel 2008 a oltre 33 GW nel 2021. Di questi 22,5 GW sono relativi a impianti fotovoltaici. In pratica oggi il 36% della domanda elettrica in Italia viene coperta dalle rinnovabili: un buon risultato guardando all’obiettivo fissato dalla Ue di arrivare al 45% entro il 2030. Ma come viene prodotta l’energia rinnovabile da fotovoltaico? I dati sulla potenza degli impianti raccolti dal Rapporto statistico del GSE ci forniscono una parte importante della risposta. Solo il 10% della potenza installata nel 2021 è rappresentata da impianti di taglia superiore a 1 MW: la stragrande maggioranza infatti è costituita da impianti di piccola taglia che numericamente equivalgono al 93% del totale. Gli impianti di piccola taglia sono il 93% di quelli installati nel 2021 Un dato che si evince guardando anche alla taglia media degli impianti entrati in esercizio nell’ultimo biennio: poco più di 11 kW. Insomma, ci troviamo di fronte a un panorama di piccoli produttori di energia, moltiplicati anche grazie all’effetto Superbonus. Piccoli produttori che in numero sempre crescente scelgono di autoconsumare l'energia elettrica prodotta, assecondando una tendenza amplificata dalle recenti turbolenze di mercato. L'autoconsumo infatti conviene sempre, soprattutto quando i costi dell'energia aumentano, perché permette di allargare la forbice del risparmio.
L'autoconsumo è in crescita anche nel settore industriale La percentuale di energia autoconsumata è in crescita: se in termini assoluti è pari al 20% della produzione fotovoltaica complessiva, guardando esclusivamente agli impianti che autoconsumano si sale al 48,6% della produzione. Interessante anche la distribuzione di questi consumi: se la maggior parte degli impianti che autoconsumano è nel settore residenziale e quindi l’energia è impiegata per usi domestici, è il settore industriale quello che autoconsuma di più in termini assoluti. Del resto è anche quello più energivoro e dove l’autoconsumo nei mesi di maggior attività si fa più intenso, raggiungendo in inverno anche il 62% della produzione. In termini assoluti, l’autoconsumo cresce in tutti i settori: nel 2021 sono stati 5179 GWh, +9,4% rispetto all’anno precedente, una crescita che procede parallelamente alla diffusione dei sistemi di accumulo e che contribuisce a consegnarci un quadro abbastanza chiaro dei processi in atto nella produzione e consumo di energia elettrica in Italia.
Il punto sui sistemi di accumulo
Diventa centrale, in questo processo di aumento dell’autoconsumo, l’uso dei sistemi di accumulo. Questi possono avere diverse funzioni che includono l’energy time-shifting, quindi l’utilizzo di energia non contemporaneo alla sua produzione, la riduzione del peak shaving cioè l’aggiustamento della domanda durante le ore di picco, il contributo alla stabilizzazione della rete grazie alla fornitura di servizi ancillari. In Italia ci sono oltre 75mila sistemi di storage connessi alla rete Anche dal punto di vista dello storage - rileva il Report dell’Energy & Stratetegy Group del Politecnico di Milano - il quadro è più che positivo: a fine 2021 nel nostro Paese si contavano oltre 75.000 sistemi di accumulo connessi alla rete, in crescita del 130% rispetto al 2020. Il 2022 può vantare numeri ancor più importanti: nei primi sei mesi dell’anno sono stati installati circa 47 mila sistemi di accumulo, ovvero +33% rispetto all’intero 2021. Il motivo è da ricercarsi nell’effetto Superbonus che ha reso ancor più conveniente l’installazione di sistemi di accumulo.
Nella progettazione di un impianto fotovoltaico è essenziale prevedere un sistema di accumulo
Cosa aspettarci nel 2023
Le tensioni internazionali hanno funzionato da acceleratore per la transizione energetica. Lo dimostra l’ultimo maxi piano di investimenti proposto dalla Ue che punta, tra le altre cose, a raddoppiare la diffusione delle pompe di calore e, in generale, a rafforzare l’efficienza energetica in tutta la Ue. In Italia è in fase di definizione la normativa riguardante Comunità energetiche rinnovabili (CER) e i gruppi di autoconsumo collettivo (AC). L’attuale impianto legislativo, costituito dalla Legge 8 del 28 febbraio 2020 e dal Decreto Legislativo n. 199 del 8 novembre 2021 prevede un incentivo legato all’autoconsumo collettivo che non è ancora stato avviato per la mancanza degli strumenti attuativi.
Ad oggi sono due i documenti a cui fare riferimento: l’aggiornamento delle regole tecniche del GSE pubblicate ad aprile 2022 e il documento di consultazione 390/2022/R/eel pubblicato da Arera ad agosto 2022. Il primo prevede importanti semplificazioni nella costituzione delle comunità energetiche, il secondo interviene sull’autoconsumo con l’individuazione delle aree sottese alla cabina primaria, lo scorporo in bolletta della quota di energia condivisa e l’individuazione di un soggetto terzo come referente nell’interazione con il GSE, ruolo che potrebbe essere ricoperto dalle attuali società fornitrici di energia. Il 2023 sarà cruciale per quanto riguarda l'elaborazione del complesso di norme a cui fare riferimento La fotografia generale quindi è ancora sfocata: da un lato le tecnologie abilitanti ci sono e funzionano molto bene. Però, come accade quasi sempre, il progresso tecnologico precede la legge che deve inseguire. Il quadro normativo è ancora in fase di elaborazione e il 2023 sarà cruciale proprio per quanto riguarda l'elaborazione del complesso di norme a cui fare riferimento. La certezza più importante è quella di un sistema elettrico nazionale in profonda evoluzione, con un ruolo sempre più importante per l’accumulo e per l’autoconsumo, soprattutto se inseriti nel contesto delle comunità energetiche.