Il rapporto del GSE fotografa l’ascesa del fotovoltaico, trainato dagli impianti di piccola e media taglia dotati di accumulo.
L’autoconsumo: il quadro generale |
Alti e bassi dell’autoconsumo |
Come migliorare l’autoconsumo |
Un quinto della produzione fotovoltaica è destinata all’autoconsumo, ma ci sono importanti margini di miglioramento. Potremmo sintetizzare così il quadro del solare in Italia tracciato dal Rapporto Statistico del GSE relativamente all’anno 2020 che evidenzia una tendenza decisamente positiva nonostante la pandemia.
In linea generale, infatti, il fotovoltaico in Italia, nello scorso anno, ha confermato un trend in ascesa, con 55mila nuovi impianti installati che portano il totale a 936.000 su tutto il territorio nazionale. L’incremento di potenza nello scorso anno è stato pari a 750 MW che porta complessivamente il nostro Paese a sfiorare i 25 TWh di produzione.
Dati da tenere in considerazione soprattutto perché fanno riferimento a un periodo in cui il Superbonus 110% non aveva ancora dispiegato tutti i suoi effetti positivi. Questo significa che, anche in un anno di difficoltà estrema e con incentivi non ancora ben delineati, questa tecnologia è entrata nelle case di molti italiani. Attenzione, parliamo di case perché - ed è un altro dato da tenere in considerazione - le installazioni realizzate hanno riguardato principalmente impianti con potenza inferiore a 20 kW. Si tratta quindi di taglie per lo più domestiche a cui si sono sommati alcuni grandi impianti entrati in funzione proprio negli scorsi dodici mesi. Alla fine del 2020, l’81% circa dei 935.838 impianti complessivamente in esercizio in Italia si concentrano nel settore residenziale.
L’autoconsumo: il quadro generale
Nel 2020 nel nostro Paese sono stati prodotti e autoconsumati 4.735 GWh, pari al 19% della produzione complessiva e, in media, al 46% della produzione dei soli impianti che autoconsumano. In termini assoluti il massimo livello di autoconsumo si è registrato in luglio, con le attività aperte e la produzione massima, mentre in termine percentuali sono i mesi invernali a far alzare le quote di autoconsumo sulla percentuale di energia prodotta fino ad arrivare al 63% di dicembre.
Impianto fotovoltaico installato da EvolvereIn assoluto la percentuale più elevata di autoconsumo si riferisce agli impianti domestici: il 34% di quanto prodotto. Di più rispetto a terziario (28%), molto di più rispetto a agricoltura (15%) e industria (13%). Se invece si prendono in considerazione solo gli impianti che autoconsumano la prospettiva è completamente ribaltata perché nel settore industriale la percentuale dell'autoconsumo schizza al 58%, nel terziario 50%, nell’agricoltura 40%. Fanalino di coda il domestico con il 35%. Come si spiega questo dato? Nell’industria il picco di produzione coincide con quello del consumo. Pensiamo a una normale giornata lavorativa di luglio, ad esempio, mese in cui si è registrato il record annuo: la fabbrica in piena attività assorbe l'energia prodotta, mentre contemporaneamente nelle case vuote si consuma di meno. L'energia prodotta dalla maggior parte di questi impianti domestici viene immessa in rete perdendo i vantaggi che derivano dall’autoconsumo.
Alti e bassi dell’autoconsumo
Partiamo da un primo dato positivo: sempre il rapporto del GSE evidenzia come nel settore domestico, su base annua, i livelli dei consumi e della produzione abbiano un ordine di grandezza simile. Si produce meno di quanto si consuma solo nei mesi invernali ma nel resto dell’anno la proporzione si inverte. Questo ha un significato importante: la produzione fotovoltaica teoricamente potrebbe coprire gran parte del consumo. Al momento siamo molto lontani da questo traguardo per un motivo semplice: la stragrande maggioranza degli impianti non sono ancora dotati di storage.
Sistema di accumulo React 2 di Fimer, installato da EvolvereA fine 2020, riporta il GSE, in Italia, si contano meno di 40.000 sistemi di accumulo, per una potenza nominale di 189 MW, ai quali corrisponde una potenza installata degli impianti connessi ai sistemi di accumulo di 231 MW. Dal 2015 però il trend sta cambiando e nel 2020, in particolare, i sistemi di accumulo sono aumentati del 50% per potenza e numero (39.682 vs 26.501), concentrandosi per la maggior parte tra le mura di casa.
Come migliorare l’autoconsumo
Anzitutto l’accumulo. Non è un caso che ormai i principali meccanismi di incentivazione, come il Superbonus, includano nella spesa detraibile l’acquisto dello storage. Poi c’è la comunità energetica e l’autoconsumo collettivo che mirano a massimizzare i vantaggi legati alla condivisione dell'energia immessa in rete, al punto che per la prima volta è stata introdotta una tariffa che premia questa conformazione. Infine, ma altrettanto importante, la gestione intelligente dell’energia che mira a limitare gli sprechi e a ottenere i massimi vantaggi dall’utilizzo simbiotico del fotovoltaico con accumulo. Se fino a pochi mesi fa all’orizzonte c’era esclusivamente il prosumer, oggi c’è già il prosumage (prosumer con storage), con l’obiettivo di ottenere il massimo autoconsumo. E il massimo dall’autoconsumo.