Evolvere e IlGolosario raccontano la sostenibilità in vigna e cantina con un percorso che parte dalle "bollicine"

In una bottiglia di spumante sono contenuti circa 5 litri di CO2 gassosa che portano ad avere una pressione pari a circa 6 atmosfere, la stessa che avremmo scendendo a 60 metri di profondità. Stappandola, la CO2 si libera nel bicchiere formando le bollicine che amiamo osservare attraverso il vetro della flûte. Esiste anche una stima numerica: per un calice di vino se ne liberano in media oltre due milioni. La maggior parte di queste, però, sfumerà a contatto con l'aria, nell'arco di pochi minuti. Trattenerle, inclinando il bicchiere al momento del servizio e usando uno stopper per chiudere la bottiglia, è uno degli obiettivi principali di chi ama il vino. Limitare le emissioni, potremmo dire, usando un linguaggio più vicino la nostro mondo, quello delle energie rinnovabili e del fotovoltaico.

Abbiamo scelto questa immagine, la bollicina che si libera nell'aria, come metafora per raccontarvi un mondo che mostra sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, quello della viticoltura e della produzione di vino. Un mondo fatto di realtà virtuose che procedono nella nostra stessa direzione. 
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Evolvere, grazie alla collaborazione con IlGolosario, spiega al proprio pubblico e a quello degli appassionati di vino e di cibo l'importanza di compiere scelte sostenibili in cantina come in agricoltura, a partire dall'impiego delle energie rinnovabili. Lo fa attraverso una serie di case history virtuose, raccolte in una rubrica, #bollicinesostenibili, curata dalla redazione delle guide e del portale diretto da Paolo Massobrio, in collaborazione con il magazine Adesso di Evolvere. Il viaggio comincia con la vendemmia 2021 per avere un'importante tappa in coincidenza di Barbera & Champagne a Golosaria Monferrato, manifestazione dedicata proprio alla spumantistica italiana e internazionale, per poi accompagnarci fino a Natale quando brindare con le bollicine è quasi un cult. 

Gli esempi, per fortuna, sono sempre di più. Nel mondo del vino italiano, dalla fine degli anni Ottanta, è avvenuta una vera e propria rivoluzione che ha portato a un miglioramento qualitativo delle produzioni e, contemporaneamente, a pratiche più rispettose della vite e dell’ambiente. Nel 1991 con il Reg. n° 2092/91 l’Europa apre alla certificazione del biologico che si estenderà velocemente al comparto vitivinicolo. All’inizio degli anni Duemila si è aperta una ulteriore, importante, fase che ha visto crescere l’attenzione per pratiche colturali che minimizzano l’uso di fitofarmaci ed eliminano i pesticidi, valorizzando il ciclo naturale della vite senza forzature.
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Molte cantine percorrono una propria strada dotandosi di best practice interne, mentre la biodiversità si afferma come valore da preservare. A partire dal 2015, anno dell'Expo e degli Accordi sul clima di Parigi, è cresciuta in modo esponenziale l’attenzione agli aspetti ambientali delle coltivazioni e delle lavorazioni in cantina e alla loro ricaduta ecologica in termini di carbon footprint. Contemporaneamente, con lo sviluppo dell’enoturismo, le cantine sono state anche investite di un compito di valorizzazione dell’arte e del paesaggio, mentre il loro ruolo nella società è andato rafforzandosi e sono cresciuti i progetti nell’ambito dell’agricoltura sociale

Tutti elementi di sostenibilità che potete trovare in questa rubrica#bollicinesostenibili, che racconta non solo un vino, anzi uno spumante, quanto un'intera filosofia di produzione. Lasciando la CO2 in bottiglia, senza disperderla nell'atmosfera lungo il processo produttivo, per bere vini migliori in ogni senso.