Gestire l’armadio in maniera corretta aiuta l’ambiente, senza sprecare e facendo le scelte giuste
Come fare il cambio armadi sostenibile
Il check completo del nostro guardaroba |
Il rituale degli addii |
L'arte del riciclo |
Il patchwork creativo |
Less is more |
Leggere l'etichetta |
Catene sostenibili |
Antitarme naturali |
C’è chi alle prime foglie che cadono ha già sostituito le polo estive, rigorosamente suddivise per colori, con i maglioni, anche questi ordinati in varie sfumature. E c’è chi al contrario accumula abiti su abiti fino a formare montagnole sempre a rischio crollo.
Eppure gestire i vestiti (le scarpe sono un argomento sensibile che per ora preferiamo non affrontare) può aiutarci a non sprecare, a risparmiare e a fare del bene all’ambiente e agli altri. Ci siamo presi una domenica libera e con occhio critico e manuali di consigli alla mano ci siamo messi di fronte al nostro armadio. Con un duplice obiettivo: ordinare l’armadio e mettere a frutto i consigli accumulati dalle nostre letture. Ecco come fare il cambio armadi nel segno della sostenibilità.
Il check completo del nostro guardaroba
“Non ho niente da mettermi”: siete proprio sicuri? Mettere in ordine ha un grande vantaggio: spesso ci permette di fare acquisti inaspettati e a costo zero. Avete presente quella maglia comprata con i saldi di fine stagione due anni fa? Bene, da allora nessuno l’ha più vista, fino a quando è tornata a galla al momento del riordino. Quindi bisogna armarsi di pazienza e tirar fuori tutto, ma proprio tutto, come in un trasloco. Gatti sul balcone e bambini dai nonni, permettendo.
Il rituale degli addii
Il momento del distacco è sempre doloroso, anche quando si parla di un paio di pantaloni o di una camicia. Pensare di dargli una nuova vita è il modo migliore per salutare un capo a cui ci eravamo lentamente affezionati. Nella strategia di avvicinamento all’abbigliamento sostenibile, saper donare è essenziale. Come fare? Leggete il punto 3.
L'arte del riciclo
Per fortuna mai come in questo periodo storico, l’idea del riciclare abiti smessi è stata così radicata. Anzitutto ci sono i raccoglitori della Caritas: qui possono essere inseriti gli abiti, rigorosamente puliti e chiusi all’interno di un sacchetto così che non vadano dispersi o rovinati. Non vi piace l’idea di un cassonetto anonimo? Le iniziative di volontariato anche a livello locale fioccano: cercate nella bacheca della scuola, chiedete nel gruppo WhatsApp di classe, passate in parrocchia. Le soluzione sono centinaia e spesso possono aprire anche a nuove occasioni di incontro e collaborazione.
Il patchwork creativo
Anche un capo comprato anni fa e mai utilizzato può diventare una buona risorsa. Basta avere pazienza, un minimo di manualità e dimestichezza con ago e filo oltre a tanta fantasia. Si possono utilizzare scampoli di tessuti che abbiamo già, complementi da acquistare nei negozi specializzati (fiocchi, fiori e via così), particolari di vestiti a cui eravamo affezionati. Non c’è limite: da una coperta a un abito. A costo (quasi) zero e soprattutto decisamente à la page.
Less is more
Una massima buona per tutte le stagioni, anche quando si parla di abbigliamento. Una volta ordinato quanto abbiamo già in casa, possiamo passare in rassegna più agilmente le nostre reali necessità quindi puntare su una campagna acquisti mirata. Il che significa: pochi capi, facilmente abbinabili e soprattutto di ottima fattura perché devono durare nel tempo. Quindi più fibre naturali e meno sintetico, tanto per cominciare.
Leggere l'etichetta
Non serve solo per sapere come trattare un capo in lavatrice, ma prima di tutto per conoscere quale materiale stiamo davvero acquistando. Poi ci sono le preziose informazioni aggiuntive, che ci dicono, ad esempio, se la lana che abbiamo scelto è stata ottenuta con metodi cruelty free, se i materiali sono stati riciclati, se il cotone della biancheria è biologico. Esistono diverse certificazioni diffuse a livello europeo, come quelle ambientali FSC, Oeko Tex , Bluesign, Reach, biologiche GOTS e OCS, da materiale riciclato come PSV e GRS. Tutte informazioni che si possono trovare indicate nell’etichettatura.
Catene sostenibili
Anche i grandi possono essere sostenibili. Da qualche anno a questa parte la moda ha abbracciato in pieno la tematica della sostenibilità ambientale. Questo significa utilizzare tessuti che dalla coltivazione alla lavorazione evitino o quantomeno limitino al massimo l’utilizzo di inquinanti. Si spazia da marchi fondati proprio sulla sostenibilità e la tracciabilità come Honest By, a casi di designer famose come Stella McCartney che fin dall’inizio del suo percorso usa solo cotone organico, viscosa sostenibile e cachemire rigenerato o ancora a marchi main stream come H&M che ha dichiarato che entro il 2030 utilizzerà solo materiali riciclabili o 100% sostenibili. Ci sono anche celebri shopping on line, come Zalando, che hanno creato sezioni dedicate proprio ai capi green, segno che questa sarà una delle caratteristiche più importanti per la moda del futuro.
Antitarme naturali
Gli antitarme naturali ovvero profumare l’armadio e combattere le tarme, senza inquinare. Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per abbandonare il sintetico, non possiamo cadere proprio sul finale. Allora avete presente il sacchetto che vi hanno regalato per il battesimo / comunione/ cresima della cugina? Bene, si può riempire di fiori di lavanda e riporre nell’armadio. Effetto assicurato. Ci sono varianti anche con alloro e chiodi di garofano (occhio però all’effetto arrosto).
Adesso che siamo vestiti 100% sostenibili, non resta che dedicarci ai regali di Natale. vi aspettiamo con #evolveregreen di dicembre.