Il comportamento digitale delle aziende dovrebbe essere socialmente, economicamente, tecnologicamente e ambientalmente responsabile
Cosa significa Corporate Digital Responsibility (CDR)? La risposta lungi dall'essere una mera traduzione dell'espressione inglese, è ampia, articolata e intercetta diversi campi, a partire da quello che evoca una parentela fin dal nome: CSR, Corporate Social Responsibility. La CDR infatti ne rappresenta una parte costitutiva, di importanza crescente, anche se in parte ancora inesplorata, almeno in Italia.
La definizione più chiara di CDR si trae dall'articolo Corporate Responsibility in the Digital Era, pubblicato sulla MIT Sloan Review: “insieme di pratiche e comportamenti che aiutano un’organizzazione a usare i dati e la tecnologia in modo socialmente, economicamente, tecnologicamente e ambientalmente responsabile”.
Sono quindi quattro le aree principali individuate da questa definizione.
- Sociale: include da un lato la protezione dei dati di utenti e dipendenti di un’organizzazione e, dall’altro, affronta il tema dell’inclusione e del digital divide.
- Economica: in questo caso il focus è parte sulla tutela dei posti di lavoro da una digitalizzazione estrema parte sull’impiego delle nuove tecnologie per creare ulteriori opportunità lavorative di alto profilo.
- Tecnologica: quanto male può fare una tecnologia impiegata in modo scorretto? Il riferimento è a certe pratiche di AI applicate agli armamenti, ad esempio, oppure all’ambito del deepfake che può nuocere in maniera drammatica alla dignità umana
- Ambientale: pensiamo al consumo di energia per le nostre attività su web o allo smaltimento delle apparecchiature che, a causa una obsolescenza spesso programmata, hanno accorciato enormemente il loro ciclo di vita. Aree di impatto anche molto distanti tra loro e spesso trattate indipendentemente all’interno di una stessa azienda e che, invece, proprio come accade per la CSR, dovrebbero essere coordinate così da ottenere il massimo risultato.
Una prospettiva ben chiara anche nelle sedi istituzionali: il 26 gennaio 2022 la Commissione Europea ha proposto al Parlamento una Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale, firmata poi il 15 dicembre dello stesso anno.
Al suo interno sono sanciti alcuni principi fondamentali. La Dichiarazione infatti:
- mette al centro le persone
- sostiene la solidarietà e l'inclusione, tramite la connettività, l'istruzione, la formazione e le competenze digitali, condizioni di lavoro giuste ed eque nonché l'accesso a servizi digitali online
- ribadisce l'importanza della libertà di scelta nelle interazioni con gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale e in un ambiente digitale equo
- promuove la partecipazione allo spazio pubblico digitale
- aumenta la sicurezza e la protezione e conferisce maggiore autonomia e responsabilità nell'ambiente digitale, in particolare per i bambini e i giovani, garantendo nel contempo il rispetto della vita privata e il controllo individuale sui dati
- promuove la sostenibilità
The web was designed to bring people together and make knowledge freely available -Il web è stato progettato per riunire le persone e rendere la conoscenza liberamente disponibile Tim Berners-Lee
Nonostante le differenze, più o meno marcate, in base al settore di appartenenza, tutte le aziende oggi devono rapportarsi all’integrazione con il digitale e, di conseguenza, nessuno può dirsi escluso dall'adozione di politiche in ambito CDR, anche se spesso queste non hanno un reporting dedicato. Tuttavia, intervenire sul digitale, può portare risultati immediati anche nel settore della sostenibilità ambientale vera e propria: se da un lato l'ICT può servire a ridurre i consumi nei diversi settori (pensiamo ad esempio alla digitalizzazione dell'energia che promuove l'efficienza), dall'altro il Life Cycle Assessment (LCA) del settore ICT pesa all'incirca il 3% del totale. Agire ad esempio sulla generazione dei dati e sul loro utilizzo nell'ambito aziendale e privato può diventare determinante anche nella lotta alle emissioni, oltre che nella creazione di un ambiente digitale aperto e rispettoso di tutti.
Evolvere, società di Plenitude, dallo scorso anno ha inaugurato un percorso dedicato proprio alla CDR nelle varie diverse declinazioni. Per farlo, da un lato ha supportato la crescita digitale dell’azienda, dall’altro ha migliorato la customer journey dei clienti grazie a strumenti quali il Chatbot Eugenio e l’area clienti web. Soprattutto lo scorso anno il sito www.evolvere.com è stato dotato di AccessiWay, soluzione completamente automatizzata che permette anche agli utenti con disabilità di godere del 100% dell'accessibilità a quanto previsto dai protocolli.
Inoltre nella gestione di tutti i dati di prospect e clienti attraverso le piattaforme digitali l’attenzione al trattamento della privacy è massima, in linea con le guidelines e le politiche del Gruppo.
Eugenio, il ChatBot di EvolvereAnche la sicurezza delle piattaforme è fondamentale: ad esempio sul sito sono effettuati periodicamente dei test approfonditi per analizzare il livello di sicurezza del sistema. A queste azioni, ha fatto seguito un percorso di educazione al digitale, grazie anche alla collaborazione con l'associazione Sloweb, che ha permesso di identificare delle linee guida condivise per la gestione e la moderazione dell’impatto digitale, coerentemente con lo status di B Corp e Società Benefit che ci contraddistingue.