Eventi estremi e conseguenze sociopolitiche rischiano di far mutare gli scenari in un tempo molto più breve del previsto

La finanza deve per sua natura anticipare il futuro, calcolando rischi e opportunità. Il cambiamento climatico sarà la prossima sfida: un sistema complesso di eventi rapidi, estremi, e mutamenti di lungo corso, che sta già incidendo profondamente negli asset mondiali. Parola di Larry Fink, cofondatore e CEO di BlackRock, società di asset management che gestisce investimenti per circa 7mila miliardi di dollari. Soprattutto, però, un finanziere con alle spalle un'esperienza decennale nella gestione delle grandi crisi. E quella che si prospetta, potrebbe essere la peggiore affrontata finora.

Lo dice chiaramente nella lettera annuale ai CEO ripresa nei suoi passaggi cruciali sul Sole 24 Ore: «Il rischio climatico avrà un impatto non solo sul mondo fisico - scrive Fink - ma anche sul sistema globale che finanzia la crescita economica» e sarà capace di scuotere fin dalle fondamenta la finanza moderna. Utilizzando una lente d'ingrandimento meramente economica, infatti, saltano subito agli occhi dei macroproblemi: il futuro delle città che dovranno far fronte a profonde modifiche infrastrutturali, le assicurazioni che dovranno proteggere case (e mutui) per una durata trentennale, i radicali cambiamenti nella produzione agricola e quindi le fluttuazioni di valore delle materie prime.

Una prospettiva apocalittica? No, una questione tangibile, reale. «Anche se si verificasse solo una parte degli impatti previsti - spiega Fink - sarebbe in grado di generare una crisi a lungo termine molto più strutturale. Le aziende, gli investitori e i Governi devono prepararsi per una significativa riallocazione del capitale».

L'ombra del cigno verde

Una prospettiva, quella del CEO di BlackRock, condivisa anche dalla Banca dei regolamenti internazionali, che pochi giorni fa ha pubblicato un rapporto dove si parla di una tempesta in grado di travolgere i mercati (e le banche centrali). Un "cigno verde", quando con cigno si intende un evento travolgente e inatteso, come quello dei mutui subprime del 2007, che non si può analizzare con i consueti strumenti basati sulle analisi statistiche. Il cigno verde, dove il colore richiama l'ambiente, ha una ulteriore caratteristica: la certezza che accadrà e che sarà esteso ad ambiti della società civile molto più ampi rispetto alle normali crisi finanziarie.
climate.jpgSe bloccare il cigno è impossibile, arginarlo invece sì. La Banca dei regolamenti internazionali punta l'attenzione in due direzioni: da un lato maggiore trasparenza sui rischi legati al clima e, dall'altro, spostamento di una parte ingente degli investimenti sulla sostenibilità ambientale, introducendola tra gli obiettivi delle politiche monetarie. Ricette che in parte suggerisce anche Fink, nella sua lettera, quando chiede di creare un portafoglio imperniato sulla sostenibilità.
sstenibile.jpgAl World Economic Forum di Davos si sono nuovamente scontrati - almeno in modo indiretto - Greta Thunberg e Donald Trump. Due visioni del mondo e del futuro completamente opposte. L'attivista svedese ha chiesto di "ascoltare la scienza e trattare il climate change per quello che è ovvero una profonda crisi". Tutt'altra la prospettiva del presidente Usa che ha parlato di "profeti di sventura" chiedendo di respingere gli scenari apocalittici prospettati. Se nell'opinione pubblica, su questo tema, ci sono ancora profonde divisioni, non è così per la finanza mondiale che ha già indicato climate change e sostenibilità come principali keyword per leggere l'economia del prossimo futuro.