I criteri per definire e valutare la smartness di una città, la situazione in Italia e nel mondo e i progressi che possiamo attenderci applicati alla nostra vita quotidiana
La smart city spesso viene confusa con la città del futuro, un misto tra droni, auto volanti e atmosfere alla Matrix. Niente di tutto questo: la smart city è una città capace di sfruttare il progresso tecnologico per migliorare la qualità di vita dei cittadini e, nel contempo, ottimizzare le energie ed evitare gli sprechi. Una città ideale, sostenibile sotto tutti i punti di vista. Vediamoli.
Che cos'è una smart city
La definizione più puntuale e attuale ci viene fornita dall'Energy e Strategy group del Politecnico di Milano all'interno del Digital Energy Report 2018 secondo cui può essere definita Smart City una città che si è posta l’obiettivo di affrontare le problematiche pubbliche e territoriali attraverso l’utilizzo di soluzioni basate sull’adozione di tecnologie ICT e digitali, coinvolgendo una molteplicità di stakeholder differenti, attraverso partnership con gli enti comunali. La Commissione Europea nella pagina dedicata entra ancor più nello specifico: “Smart city significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un'amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e soddisfare le esigenze di una popolazione che invecchia”.
Una città, quindi, che deve offrire un ambiente vivibile, votato alla sostenibilità e alla miglior mobilità possibile, con diversi servizi fruibili alla cittadinanza e altrettante opportunità per l’impresa. Il tutto attuabile grazie al coordinamento di più soggetti e, soprattutto, alla tecnologia applicata in ogni campo, dalla comunicazione alla sicurezza fino a quello, fondamentale, della gestione energetica.
Cosa rende smart una città
L’Energy & Strategy Group ha definito anche i tre pilastri su cui poggia una smart city ovvero smart living, smart mobility e smart environment. Partiamo dalla parte più consistente: gli edifici e, quindi, lo smart building identificato come l'area più importante dello smart living. Potremo perciò considerare una città tanto più intelligente quanto più gli edifici che la compongono saranno dotati di tecnologie per il controllo di temperatura e illuminazione, al fine di migliorare l’efficienza energetica, sistemi di monitoraggio a distanza, applicazioni che migliorano il comfort abitativo e, come livello massimo di smartness, impianti fotovoltaici e sistemi di storage che permettano di ottimizzare il livello di autoconsumo.
I mattoni della smart city - come si evince dal Digital Report - sono quindi quegli edifici o complessi di edifici capaci di identificarsi in una microgrid e, a loro volta, in grado di costituire comunità energetiche rinnovabili o gruppi per l'autoconsumo collettivo come il condominio di Napoli realizzato in collaborazione con RSE (Ricerca sul sistema energetico). Ancor più se accompagnati da un'adeguata illuminazione pubblica, in grado di regolarsi non solo in base alle condizioni meteo ma anche a quelle del traffico, e da una serie di street service come monitoraggio ambientale e del traffico, totem informativi, smart parking e connettività wi-fi.
Poi c’è il settore mobilità e chi vive in una metropoli sa quanto questo sia importante. Significa avere sia un sistema di car e scooter sharing e di bus e metropolitane elettriche, per muoversi agevolmente senza inquinare. Ma anche avere un’infrastruttura di stazioni di ricarica per le auto elettriche. La diffusione di una adeguata infrastruttura di ricarica e di numerosi veicoli elettrici comporterebbe un ulteriore vantaggio consistente nell’abilitazione del paradigma V2G, che utilizza le batterie presenti all’interno dei veicoli come storage volto a stabilizzare la rete e fornire servizi ancillari.
Infine, c’è il grande (e fondamentale) ambito dello smart environment ovvero la famiglia di tecnologie per una gestione ottimale dei consumi energetici sia a livello termico che elettrico di tutta la città. In ambito urbano - si legge già nel report del 2018- "si sta assistendo sempre di più all’affermazione di quello che viene definito «il paradigma prosumer», che vede l’utente non più come puro consumatore ma anche come attore attivo nella produzione di energia elettrica. L’adozione di una soluzione di questo tipo permette di aumentare il livello di autoconsumo, andando a ridurre sempre di più la quota di energia elettrica prelevata dalla rete”.
Uno dei più importanti elementi smart di una città è quindi la presenza dei prosumer. Collegato a questo tema, c’è quello, fondamentale, dello storage “visto - spiega il report - come una tecnologia in grado di massimizzare l’auto-consumo e come fattore abilitante delle energy community”.
La smart city si configura quindi anche come smart grid dove l’energia diventa digital energy.
Lo stato delle smart city in Italia
Per capire a che punto siamo arrivati, dobbiamo rivolgerci al report “Smart City: il punto di vista dei Comuni italiani” presentato dall’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico nel 2022. Secondo i dati della survey, è emerso che il 28% dei Comuni ha avviato almeno un progetto nell’ultimo triennio, percentuale che sale al 50% nei Comuni più grandi, con oltre 15 mila abitanti. Interessante anche un altro dato: metà dei progetti sono in fase esecutiva, molti di più rispetto al 2020 quando erano solo uno su quattro. La maggior parte di questi (58%) riguarda il controllo del territorio appaiato a smart mobility (57%) e illuminazione pubblica (56%). La percentuale dei Comuni smart, possiamo anticipare, è destinata a crescere in modo netto nei prossimi anni anche grazie al PNRR che prevede oltre 10 miliardi di finanziamenti dedicati. Chi avesse intenzione di trasferirsi in una città italiana a prova di smart anche dal punto di vista energetico può scegliere una delle 9 realtà inserite dalla UE nel progetto “100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030” finanziato dai Fondi del Programma Orizzonte Europa 2022-23 ovvero Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.
Le smart city in Europa e nel mondo
Secondo lo Smart City Index 2021 elaborato da IMD le prime dieci smart city del mondo sono Singapore, Zurigo, Oslo Taipei City, Losanna, Helsinki, Copenaghen, Ginevra, Aukland, Bilbao. Tra queste case history è molto interessante quanto fatto da Copenaghen che punta ad essere la prima città del mondo a zero emissioni grazie a un progetto basato su mobilità intelligente e produzione di energia da fonti rinnovabili.