Nell'ambito dell'elettricità, esistono due principali tipi di corrente, coinvolte entrambe nel processo di generazione fotovoltaica. Vediamole meglio nella nostra rubrica #evolvereyoung

La corrente continua (DC)
La corrente alternata (AC)
Differenze tra corrente continua (DC) e alternata (AC)
Da continua ad alternata: il ruolo dell’inverter

La corrente elettrica è un elemento fondamentale della nostra società moderna, almeno dal 1799 quando Alessandro Volta costruì il suo "apparato elettromotore” che, in seguito, venne più comunemente identificato come Pila di Volta, primo generatore statico di energia elettrica. 
Nell'ambito dell'elettricità, esistono due tipi principali di corrente: la corrente continua (DC) e la corrente alternata (AC). Qui spiegheremo cosa sono, cosa le differenzia e per quali scopi vengono impiegate.

La corrente continua (DC)

La corrente continua è un flusso costante di elettroni che si muovono in una direzione specifica, dal polo negativo al polo positivo di una sorgente di alimentazione, come potrebbe essere una batteria o una pila. E' caratterizzata da un flusso uniforme di energia e viene spesso utilizzata in dispositivi elettronici a bassa potenza come telefoni cellulari, computer elettronici e apparecchiature a batteria. Questa è stata la prima forma di corrente elettrica a essere ampiamente utilizzata: Thomas Alva Edison contribuì a diffonderne la conoscenza e l’utilizzo già al termine dell’Ottocento.
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La corrente alternata (AC)

La corrente alternata è un tipo di corrente elettrica in cui la direzione del flusso degli elettroni cambia periodicamente. Nella corrente alternata, infatti, gli elettroni si muovono avanti e indietro attraverso un circuito in cicli regolari, generando un flusso di energia con andamento a onda o, più tecnicamente, sinusoidale. Viene ampiamente utilizzata per l'alimentazione di reti elettriche di larga scala, perché possiede una caratteristica fondamentale: è ideale per la trasmissione su lunghe distanze. Viene normalmente adottata per l'alimentazione delle case, degli uffici, degli impianti industriali e dei trasporti su rotaia.
La storia della corrente alternata si lega alla vicenda scientifica e umana di Nikola Tesla che, per gran parte della sua vita, studiò la generazione di corrente e mise a punto gli strumenti necessari per crearla. Grazie alle intuizioni di Tesla e ai suoi motori elettrici furono illuminate prima le strade di New York e, poi, di tutto il mondo. 

Differenze tra corrente continua (DC) e alternata (AC)

  • Direzione del flusso: la corrente continua ha un flusso di elettroni unidirezionale, mentre la corrente alternata ha un flusso bidirezionale che cambia costantemente.
  • Generazione: la corrente continua viene generata tramite generatori e batterie, ma anche dalle celle solari. La corrente alternata viene generata principalmente dagli alternatori che convertono l'energia meccanica in elettrica alternata. 
  • Trasmissione: la corrente continua è adatta per trasmissioni a breve distanza, mentre la corrente alternata è più efficace per le lunghe distanze grazie alla possibilità di aumentare o ridurre la tensione attraverso i trasformatori che servono anche per evitare possibili sovraccarichi.
  • Utilizzo: La corrente continua è spesso impiegata in apparecchiature elettroniche portatili e a bassa potenza, mentre la corrente alternata alimenta reti elettriche, elettrodomestici, macchinari industriali, treni e metropolitane.

Da continua ad alternata: il ruolo dell’inverter

Nel contesto delle applicazioni moderne, un componente cruciale che consente di convertire la corrente continua in corrente alternata è l’inverter. Il suo nome si lega immediatamente all’impianto fotovoltaico di cui costituisce uno degli elementi fondamentali. Senza l’inverter, infatti, non potremmo illuminare la nostra casa o accendere gli elettrodomestici, nonostante le celle solari siano in piena produzione.
Il suo impiego principale è convertire la corrente continua generata dai pannelli in corrente alternata compatibile con lo standard utilizzato dalle reti elettriche domestiche (tensione 230 volt e frequenza 50 Hz). Non è il suo unico compito: deve infatti garantire la minor dispersione possibile, ottimizzare la potenza dell'impianto e segnalare tempestivamente eventuali anomalie. Può essere anche dotato di storage (o batteria) per immagazzinare l'energia non autoconsumata immediatamente così da sfruttarla quando l'impianto - come accade durante la notte - è pressochè inattivo. 
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