Il Belgio trionfa nella World Solar Challenge. Tremila chilometri da nord a sud dell'Australia per testare l’auto del futuro

Non ci sarà la risata inconfondibile di Muttley a scandire la sfilata di veicoli, ma sicuramente chi ha potuto assistere alla partenza del World Solar Challenge, lo scorso 12 ottobre, avrà avuto l’impressione di essere dentro un film o un cartone animato.

Automobili dalle forme più disparate alla ricerca del giusto equilibrio tra superficie utilizzabile e aerodinamica, colori e stemmi delle diverse università e naturalmente superfici coperte di pannelli. Invece non solo è tutto reale, ma in molti casi questa competizione - giunta alla trentaduesima edizione - è diventata una vera e propria palestra per la mobilità che verrà. Qui infatti sono stati testati e messi a punto sulle lunghe distanze veicoli che oggi sono pronti ad approdare sulle nostre strade.
Quest'anno sono stati 40 gli equipaggi che hanno schierato il loro veicolo. ad aggiudicarsi la vittoria è stata AgoriaLa gara è riservata ad auto alimentate da pannelli solari e si dipana per oltre tremila chilometri (3.022 per l’esattezza), dal nord dell’Australia (Darwin) fino ad Adelaide, affacciata sulla costa sud, tra strade deserte, paesaggi mozzafiato e team di ingegneri e ricercatori provenienti da 21 Paesi diversi.

Quest’anno sono stati 40 gli equipaggi che hanno schierato il loro veicolo: a trionfare la belga Agoria dell’Università KU di Lovanio, che per percorrere l’intero tracciato ha impiegato 34 ore, 52 minuti e 42 secondi con una velocità media di 86,6 km/h.

A pochi minuti di distanza l'arrivo dell'equipaggio giapponese Tokai Challenger della Tokai University, con una velocità media di 86,1 km/h. Al terzo posto, ma con un distacco superiore alle tre ore, Electrum dell'University of Michigan, con una media di 84,4 km/h.

Sfortunata invece la rappresentativa italiana: l'Emilia 4LT (dove LT sta per long tail) evoluzione dell'Emilia 4 che aveva trionfato lo scorso anno nell'American Solar Challenge ha dovuto fermare la sua corsa e ritirarsi dopo circa 800 chilometri per il cedimento di un cerchione in carbonio che ne ha compromesso la tenuta di strada.

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Un vero peccato per il gioiello tecnologico ideato e costruito tra Bologna, Forlì e Rimini: dotata di 326 celle solari che sostengono i due motori da 4kW può raggiungere una velocità di 110 km/h quando viene alimentata dalla batteria, mentre, quando la trazione si basa esclusivamente sulla produzione energetica dei pannelli, tocca i 55 km/h di punta.

Prestazioni comunque straordinarie che possono servire da apripista per l’applicazione su più larga scala. I precedenti non mancano. L'esempio più clamoroso, da questo punto di vista, è quello della Lightyear One, l'auto solare sviluppata a partire da un prototipo che ha trionfato per ben tre volte in questa competizione (nel 2013, 2015 e 2017).
La Lightyear One, presentata a giugno di quest’anno, ha un'autonomia che spazia dai 400 ai 700 chilometri grazie alla batteria che si ricarica come quella di una normale auto elettrica, a cui si sommano fino a 12 chilometri per ogni ora di esposizione ai raggi del sole. Si tratta di numeri importanti, considerando anche le dimensione del veicolo: oltre cinque metri, con cinque posti a sedere e 800 litri di bagagliaio.

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L'auto è già prenotabile con una caparra di 4mila euro mentre il prezzo finale sarà di 149mila. Sul sito dell'auto è anche disponibile un simulatore che permette di calcolare i giorni liberi da ricariche in base alla latitudine e alla stagione (su una stima di 20mila chilometri annui). A Roma, ad esempio, in estate potremmo quasi dimenticarci i cavi (una ricarica ogni 53 giorni), a Milano d’inverno invece ogni tredici giorni passaggio obbligato alle colonnine. E questa non è l’unica novità sotto il sole della sperimentazione a quattro ruote.

La gara alla mobilità solare è cominciata.