Se la COP25 ha sostanzialmente fallito, il 2019 è anno record per il fotovoltaico
“Ci è mancato poco”. In questa frase desolatamente lapidaria pronunciata da Carolina Schmidt, ministra cilena dell'Ambiente e presidente della Cop25 – la conferenza Onu sul clima che si è svolta a Madrid – è riassunto il sostanziale fallimento del lungo vertice. “Il tempo di agire” invocato nell'inno di questa Cop25, che ha visto sedute al tavolo 196 Nazioni per due settimane, purtroppo non è ancora arrivato.
Perché i grandi della Terra sembrano sordi ai richiami scientifici che, con sempre più urgenza, delineano la necessità di un'inversione di rotta. Se le emissioni continueranno ai ritmi attuali, infatti, la temperatura globale aumenterà di 4 o 5 gradi alla fine del secolo, mentre la "sicurezza climatica" sarà possibile soltanto limitando l'aumento a meno di 2 gradi, possibilmente a 1,5.
Cop25: i risultati
Pochi i risultati concreti, a fronte di un generico appello che ha sottolineato ancora una volta “il bisogno urgente di agire contro il riscaldamento climatico”. Tra gli spiragli di luce emerge il risultato ottenuto dai paesi vulnerabili (quelli messi più a rischio dal climate change, come le piccole isole del Pacifico, letteralmente a rischio scomparsa), che hanno ottenuto dai paesi a più alta emissione di Co2 l'obbligo di dover indicare entro il 2020 i maggiori impegni che prenderanno per tagliare i gas serra. Mentre l'Unione Europea ha fatto un passo avanti nell'approvazione della neutralità del carbonio entro il 2050.
“L'alleanza degli Stati insulari, europei, africani e latinoamericani ha permesso di strappare il risultato meno peggiore, contro la volontà dei grandi inquinatori" ha affermato Laurence Tubiana, architetto dell'Accordo di Parigi.
Ma il Green New Deal è già realtà
Il mondo sembra davvero andare a due velocità. Se la politica fatica ad accelerare, alcuni dati recenti dimostrano che il cambio di passo è già in atto. Il 2019 è stato infatti l'anno con la crescita più significativa (dal 2010) del fotovoltaico europeo, con 16,7 GW di nuove installazioni, in aumento del 104% rispetto al 2018 (fonte Rapporto Market Outlook for Solar Power). Entro la fine del 2019, la potenza solare dell'Unione Europea sarà di 131,9 GW. A far la voce grossa è la Spagna, che a fine 2018 ha approvato una legge per l'autoconsumo e e lo sviluppo delle comunità energetiche, con una crescita di 4,7 Gw. Seguono la Germania (4 GW), i Paesi Bassi (2,5 GW), la Francia (1,1 GW) e la Polonia.
Intanto, a livello mondiale, i lavori green stanno occupando una fetta di mercato sempre più ampia. Nel 2018 i lavoratori impiegati nel campo delle energie rinnovabili sono cresciuti del 6,5% rispetto all'anno precedente, per un totale di 10,97 milioni. Il solare è il settore che attrae più persone, con 3,6 milioni di impiegati.
Dati occupazionali positivi anche per l'Italia. Secondo l'Atlante del lavoro curato dall’Inapp, lo 0,8% dei lavoratori è occupato in professioni direttamente legate all’economia verde, l’8% in professioni ibride e il 12% in professioni che vanno verso la green economy. Sommando il tutto, fa quasi il 21%.
Il Green New Deal sta già correndo da solo. Ora tocca alla politica sostenerlo nei fatti.