Sì, ma solo se fa bene anche al pianeta. E i due obiettivi possono coincidere.

State per ordinare un hamburger doppio? Allora fermatevi e riflettete. Fermatevi anche se state mettendo sulle braci una bella fiorentina in piedi sull’osso (a meno che non sia la prima volta questo mese). A dirlo questa volta non è il dietologo, ma una ricerca durata ben tre anni e condotta in sedici diversi Paesi da un team di quaranta scienziati per essere poi pubblicata a inizio anno sulla rivista Lancet.

L'obiettivo dello studio era trovare una dieta che conciliasse gli interessi della salute e quelli dell'ambiente. La notizia? Esiste e l’abbiamo già in casa. I ricercatori, che analizzavano campi d’indagine diversi, sono arrivati alle medesime conclusioni: al nostro corpo e alla terra fanno bene le stesse cose. C'è un'altra buona notizia (almeno per noi italiani): per molti versi il regime alimentare consigliato coincide con la Dieta mediterranea.
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Quindi possiamo impunemente tuffarci in un piatto di pasta come l’Alberto Sordi del “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo?”. Non proprio, purtroppo. Infatti, la prima raccomandazione emersa dallo studio riguarda il consumo calorico ideale per poter garantire un’adeguata alimentazione a tutti gli abitanti della Terra e giovare al nostro stato di salute: 2500 calorie al giorno. Ben al di sotto delle 3700 calorie consumate quotidianamente in media dei paesi più ricchi e ben al di sopra dei paesi più poveri dove si arriva a stento alle 2000 calorie. Insomma, mangiare meno per mangiare tutti.

Meno carne, più frutta (anche secca) e verdura

Poi, c’è il secondo aspetto: cosa mangiare (anzi, cosa non mangiare). E in questo caso l’analisi è chiara e tranchant: nel piatto c’è troppa carne. Gli aspetti considerati sono due: le ricadute sulla salute (la carne è da anni sotto accusa anche da parte dell’Oms che chiede una forte riduzione) e soprattutto il peso della zootecnia sull’inquinamento ambientale e sul consumo delle risorse. Dobbiamo diventare vegetariani? No, però è necessario moderare in maniera netta il consumo. I numeri dello studio parlano chiaro: non oltre 14 grammi di proteine animali al giorno, che corrispondono circa a un hamburger o una bistecca la settimana.

In pratica il 77% in meno di quanto attualmente ci finisce in pancia. In compenso, dobbiamo lasciare spazio a noci, mandorle e pistacchi: la quantità di frutta secca consigliata sia per noi sia per il clima è circa 15 volte maggiore di quella che consumiamo attualmente. Possiamo anche aumentare in modo considerevole il consumo di frutta e verdura (salendo a 500 grammi al giorno). L’obiettivo è raddoppiarlo a livello mondiale.
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Da lunedì si inizia la dieta, allora? No, da subito, avvertono gli scienziati che hanno sottolineato come con queste sproporzioni alimentari sarà impossibile sfamare dieci miliardi di persone. Non solo, aggiungono: una dieta più orientata al consumo di frutta e verdura, legumi e cereali, permetterà di limitare le emissioni del settore agricolo, aiutandoci a raggiungere gli obiettivi posti dagli accordi di Parigi.

Oggi la dieta è una scelta lasciata alla buona volontà dei cittadini, in un futuro molto vicino però potrebbe essere dettata dalla “ragion di stato”. I governi, si legge nei commenti al documento, potrebbero adottare politiche per rendere molto più conveniente scegliere certi cibi rispetto ad altri, a tutela della salute e dell’ambiente. Il filetto diventerà come il caviale? Forse non così, ma sicuramente sarà più probabile trovarlo nel pranzo della domenica che in tutti gli altri giorni. A volte lo scontrino è più persuasivo del dottore.