Il 5 aprile 2020 le energie rinnovabili hanno generato il 70% della produzione elettrica nazionale e il sistema si è dimostrato resiliente
Il 5 aprile 2020 l'Italia analizzava febbrilmente i dati sull'epidemia di Covid in corso, mentre nel mondo si attendeva il discorso della Regina Elisabetta alla nazione. Una giornata di pieno lockdown, con i più fortunati in giardino a godersi un sole di primavera avanzata e altri in casa, con televisioni, computer e elettrodomestici accesi.
Una giornata come tante dove inconsapevolmente abbiamo avuto un assaggio di futuro. Ecco l'analisi che ci spiega come sono andate le energie rinnovabili nel lockdown.
Lo studio RSE
Uno studio firmato da RSE dedicato alle energie rinnovabili nel lockdown, infatti, ha analizzato nel dettaglio i consumi di domenica 5 aprile 2020 perché indicativi di una situazione "tipo" del prossimo futuro. Un anticipo del 2030 così come disegnato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). In questa particolare giornata la domanda ridotta a causa del lockdown è stata accompagnata da una sostenuta produzione da energie rinnovabili (FER), in particolare da eolico e fotovoltaico. La produzione media da FER è stata del 48%, di cui 30% da fotovoltaico ed eolico. Il confronto tra questa giornata “tipo” di uno scenario futuribile e la stessa del 7 aprile 2019, ci ha consegnato alcuni indizi su come cambierà il sistema elettrico nei prossimi 10 anni.
Il quadro generale, grazie al connubio tra condizioni meteorologiche favorevoli (una giornata soleggiata e di vento) e un complessivo calo della domanda, ha visto accentuarsi lo spostamento già in atto verso le rinnovabili e una quasi totale decarbonizzazione della produzione. La flessibilità del sistema è stata garantita In questo contesto che ha visto prevalere le energie rinnovabili in lockdown, si è potuta testare la flessibilità del sistema che è stata garantita nel suo complesso dal riuscito mix tra le diverse fonti: in particolare il gas, sostenuto anche da prezzi particolarmente vantaggiosi, ha contribuito in media al 30% della produzione, a cui si sono aggiunti idroelettrico e pompaggio, che potrebbero essere ulteriormente sfruttate a sostegno della flessibilità. Anche lo scambio di energia con l'estero ha fornito un importante contributo in questo senso - soprattutto in alcune ore della giornata - e può incrementare ulteriormente i margini di flessibilità del sistema. Biomasse e geotermico operano come FER rigide, con una produzione piatta, che in una certa misura potrebbero essere rese flessibili, con un intervento normativo.
Il contributo delle FRNP alla flessibilità del sistema
Il sistema sta evolvendo da uno scenario basato sugli impianti di generazione programmabili e rilevanti ad un mix completamente differente con un'elevata penetrazioni delle fonti rinnovabili non programmabili. Per garantire la sicurezza del sistema la strategia, come suggeriscono anche i programmi di ARERA, dovrà considerare più fronti: domanda flessibile, generazione distribuita e sistemi di accumulo, ampliando contemporaneamente la platea dei servizi e dei fornitori.
A questo primo aspetto tecnico, se ne affianca un altro che coinvolge direttamente il sistema tariffario e quindi la ricaduta in bolletta. Si potranno abbattere i costi del servizio con il solare
La resilienza del sistema elettrico nazionale, nella domenica analizzata, si è basata infatti su una movimentazione importante all'interno del mercato di dispacciamento per mixare agevolmente le fonti. Tutto ciò si traduce in costi del servizio che in futuro potranno essere abbattuti grazie ad una maggiore accuratezza delle previsioni di produzione e sfruttando al massimo gli impianti tecnicamente flessibili. C'è poi un potenziale tuttora inespresso - conclude il rapporto - rappresentato dal contributo che può essere offerto dalle fonti rinnovabili non programmabili (come solare ed eolico) che non è ancora abbastanza valorizzato, a causa delle normative vigenti e che risulterà essenziale in questa transizione.
Domenica 5 aprile 2020 ci siamo trovati, dal punto di vista energetico, nel 2030. Le incognite che riguardano la stabilità del sistema dovuta alla non programmabilità delle fonti rinnovabili hanno trovato una risposta. La flessibilità garantita dalla generazione distribuita dell'energia avrà, in questa risposta, un ruolo cruciale.