Decarbonizzare completamente la produzione energetica si può e ne abbiamo parlato in un convegno dell’IEA
Com’è possibile mantenere la stabilità della rete a fronte di un cambio di produzione epocale? La sfida della decarbonizzazione e dell’introduzione delle rinnovabili si gioca su una molteplicità di campi differenti.
Fino a pochi anni fa, l'energia immessa in rete arrivava da una percentuale molto limitata di rinnovabili e in gran parte da un sistema di centrali a carbone e combustibili fossili. Un sistema collaudato che, per sua stessa costituzione, non ha incognite produttive legate alle stagioni come possono averne ad esempio fotovoltaico e idroelettrico.
Questo sistema – per le ragioni di riscaldamento climatico e inquinamento globale che ben conosciamo - entro pochi anni (l’obiettivo più vicino è il 2030) dovrà essere completamente stravolto. La percentuale di produzione tra rinnovabili e fossili dovrà essere ribaltata fino alla completa scomparsa di queste ultime.
Al via l'era della generazione distribuita
Dal sistema piramidale delle poche grandi centrali si sta passando al sistema della generazione distribuita. Quindi tanti piccoli e medi produttori: da un lato questa parcellizzazione è più difficile da gestire ma, dall’altro, è anche più resiliente grazie alla sua costituzione in diverse smart grid che potrebbero supplire a un collasso generale della rete. A questo si aggiunge la necessità di accumulo per far fronte alle variazioni di produzione e all’aumento della domanda.
Questi temi di cruciale importanza sono affrontati e discussi insieme dai principali attori del mondo dell’energia coordinati dall’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia. La IEA, attraverso la sua rete di tecnologie energetiche, è diventata il riferimento in questo contesto, sfruttando l'impegno e le competenze sviluppate nell'ambito dei suoi programmi di collaborazione tecnologica (TCP).
Attualmente sono 14 i programmi in atto che seguono un’articolazione globale, poi europea e quindi nazionale mettendo allo stesso tavolo l'attività di ricerca e la sua applicazione pratica costituita dai diversi attori della filiera, istituzioni e operatori. L’ultimo importante appuntamento si è svolto a Roma pochi giorni fa e qui Evolvere ha potuto portare la sua expertise nel campo della digital Energy e delle smart grid.
Domenico Cimmino (il primo a sinistra) interviene al convegno IEA “L'aggregatore può diventare l’elemento chiave della flessibilità” - ha spiegato Domenico Cimmino, Innovation Technology Manager di Evolvere. “Al fine di massimizzare il contributo di questa flessibilità energetica, ogni carico controllabile dovrebbe poter essere gestito da un aggregatore utilizzando un protocollo di comunicazione aperto. I carichi controllabili rappresentano oltre il 60% della media giornaliera dei consumi”.
L'esordio di Eugenio, home gateway manager di Evolvere
La linea tracciata è quindi duplice: da un lato il ruolo dell'aggregatore (tuttora fortemente limitato da un ritardo normativo) e, dall'altro, un'azione sui carichi domestici più efficace. Agire in modo efficace sui carichi domestici è possibile, puntando su un monitoraggio efficace di tutto il sistema smart home e, per farlo, è necessario un home gateway manager pensato e indirizzato soprattutto a questo.
“Essenziale in questo ambito l'esperienza di Eugenio che dopo due anni di ricerca e test sta per fare il suo debutto ufficiale in queste settimane” aggiunge Filippo Falcin, Marketing e Digital Manager di Evolvere. Il contributo di Eugenio alla flessibilità energetica attraverso la smart home è importante: monitora l'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico domestico, controlla i consumi di casa, per evitare i picchi, segnala eventuali anomalie e contabilizza gli scambi di energia con la rete - anche grazie alla tecnologia blockchain - una funzione essenziale per permettere la costituzione di una smart grid.
Proprio questa capacità di monitoraggio e controllo dei flussi energetici in casa e con la rete Il progetto UVAM sarà un test essenziale verso la smart grid è basilare per garantire la flessibilità del sistema. Il progetto UVAM, in sperimentazione, offrirà ai proprietari di sistemi di accumulo di condividere il proprio impianto e l'energia prodotta con la rete andando a costituire una vera e propria smart grid. Questo sarà un sistema di test ideale, perché effettuato su una scala di riferimento ampia, per capire tutte le possibilità offerte dall'integrazione delle rinnovabili attraverso la costituzione di smart grid. “Uno sviluppo – che ha ricordato Cimmino nel suo intervento – frenato per ora solo dalla normativa non ancora aggiornata”.