Una recente sentenza del Tar e il rapporto ISPRA sul consumo di suolo confermano che sta cambiando la sensibilità nei confronti del fotovoltaico sui tetti
Come cambierà l’estetica della mia casa con l’impianto fotovoltaico sul tetto? Quale sarà il rapporto tra fotovoltaico e paesaggio? Quando si parla di pannelli fotovoltaici sono tante le domande che ci assillano e uno degli aspetti a cui guardare è anche il rapporto con il patrimonio storico, ambientale e artistico, riferito sia alla nostra casa sia al contesto in cui ci troviamo a vivere. In alcuni casi, infatti, vivere nel Paese con il maggior patrimonio artistico mondiale è stato di ostacolo ad alcuni interventi migliorativi anche dal punto di vista energetico. Per fortuna, però, negli ultimi anni la situazione è cambiata e anche le procedure sono state nettamente semplificate.
Un nuova sensibilità
In particolare, ad essere mutata è la sensibilità nei confronti dei pannelli solari collocati sul tetto che da elemento considerato dissonante si sono oggi trasformati in un elemento perfettamente inserito nel nuovo contesto architettonico di paesi e città e, in certi casi, in una risorsa per tutelare il paesaggio.
Soprattutto nell'ultimo biennio, considerata anche l’esplosione di richieste di accesso al Superbonus, si sta facendo strada un nuovo atteggiamento di apertura riguardo al rapporto tra pannelli fotovoltaici ed estetica. Lo ha scritto espressamente una sentenza del TAR Lombardia di Brescia (Tar Lombardia, Sez. Brescia, sent. n. 296 del 29.03.2021) che ha sottolineato come anche la visibilità dell’impianto fotovoltaico possa essere considerata “un’evoluzione dello stile costruttivo accettata dall’ordinamento e dalla sensibilità collettiva”, spingendosi a definire i pannelli “elementi normali del paesaggio”.
Il fotovoltaico sul tetto vs consumo di suolo
Non solo: l’ultimo rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” di ISPRA ha dedicato un capitolo proprio all’utilizzo del fotovoltaico sul tetto come freno al consumo di suolo, problema che riguarda aree sempre più ampie d’Italia. I numeri sono da capogiro: il suolo perso in un anno a causa dell’installazione di impianti a terra sfiora i 180 ettari. In Sardegna solo nello scorso anno sono stati ricoperti oltre 105 ettari cioè oltre un milione di metri quadrati di suolo. A seguire la Puglia con 66 ettari. Dati che, secondo gli analisti, potrebbero peggiorare per arrivare a un totale al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra. La soluzione, suggerisce il rapporto, è proprio sulle nostre teste. Secondo le stime infatti: “la superficie netta disponibile può variare da 682 a 891 km2 . Ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza variabile dai 66 agli 86 GW che sarebbe possibile installare su fabbricati esistenti. A questa potenza si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate, senza aumentare il consumo di suolo. Ipotizzando che sul 10% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe una potenza fotovoltaica compresa fra 59 e 77 GW, un quantitativo sufficiente a coprire l’aumento di energia rinnovabile previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al 2030”. Anche rivedendo al rialzo le previsioni di potenza installata al 2030 (attualmente 52 GW) alla luce dei nuovi e più ambiziosi obiettivi europei, il margine di superfici disponibili è ampiamente sufficiente.
Prevedere ad oggi quanto fotovoltaico sarà installato a terra e quanto su tetti e tettoie è difficile, anche perché inciderà molto la gestione dell’energia: “Certamente è vero - continua il rapporto - che per favorire l’autoconsumo e per ridurre l’impatto sul consumo di suolo saranno favoriti gli impianti su edificio”.
Comunità energetiche e prosumer, near zero building ma anche riqualificazione energetica degli edifici, come nel caso di SPA, basandosi sull'installazione dei pannelli solari sulle superfici esistenti, rappresentano quindi un modo innovativo di fruire dell’energia fotovoltaica e, contemporaneamente, un mezzo per preservare terreno e paesaggio. A vantaggio di tutti.