A Tokyo le colonnine di ricarica per l'elettrico superano i distributori. In Europa la svolta è vicina
In Giappone è avvenuto lo storico sorpasso delle colonnine di ricarica rispetto ai distributori di benzina: 40.000 contro 34.000. Il dato arriva da Nissan, la casa giapponese che a sua volta produce il veicolo elettrico ad oggi più venduto nel mondo, la Leaf, che con il nuovo modello ha già raggiunto il record di preordini.
Facciamo una precisazione: questo non significa che le auto elettriche siano più numerose di quelle a benzina o diesel. Le colonnine infatti non hanno la stessa funzionalità delle pompe di benzina e soprattutto i tempi di rifornimento sono molto differenti. Un minuto per la benzina contro 20 per la ricarica veloce.
Il 2018 sarà ricordato come un'anno di svolta per la diffusione di auto elettricheIl numero delle colonnine fa comunque impressione ed è indice di un cambiamento, a livello globale, che diventerà realtà di massa in pochi decenni.
Bloomberg New Energy Finance ha stimato che nel 2040 un quarto delle auto vendute nel mondo sarà elettrico e il dato per loro stessa ammissione è sottostimato. Già nel prossimo decennio, complice una maggior durata della batteria e un minor prezzo d'acquisto, le autovetture elettriche potrebbero costare meno di diesel e benzina e, di conseguenza, conquistare buona parte del mercato.
La situazione in Europa
In Europa, la Norvegia ha il primato delle vendite di auto elettriche che insieme alle ibride nel 2017 hanno totalizzato oltre la metà delle vendite.
Oggi sono circa 135mila i veicoli elettrici in circolazione e nel 2025 non potranno più essere venduti veicoli termici, portando così a termine la conversione dell'intero parco auto. Nella vicina Svezia, intanto, è stata costruita la prima autostrada che ricarica i veicoli: per ora si tratta di un tratto sperimentale di circa due chilometri che però presto potrebbe trovare importanti applicazioni.
I vantaggi sono molteplici: i veicoli si agganciano al binario di ricarica tramite un braccio mobile rimovibile, il sistema è in grado di calcolare la quantità di energia erogata e far pagare il rifornimento, l'elettricità è diffusa circa 5 centimetri sotto il manto stradale e questo garantisce la sicurezza. Un'idea sì rivoluzionaria, ma che concettualmente ricorda i vecchi filobus che a inizio Novecento attraversavano le strade delle nostre città.
Anche il quadro generale del Vecchio Continente, nel suo complesso, mostra un certo dinamismo: nel 2017, per la prima volta, le immatricolazioni di auto diesel sono state inferiori rispetto a quelle alimentate a benzina e sono cresciute quelle di auto elettriche e ibride.

La situazione in Italia
La situazione italiana è contraddittoria: da un lato le immatricolazioni diesel sono cresciute del 3,8% e questi veicoli rappresentano ancora il 55% dell'intero parco autovetture. Dall'altro lato, però, si nota un indice di cambiamento: le immatricolazioni di auto elettriche sono passate dalle 246 di febbraio alle 416 di marzo, raggiungendo per la prima volta lo 0,2% del totale, secondo quanto registrato da Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano.
Ancor più interessante quanto emerge da un sondaggio di Legambiente: un italiano su tre sarebbe disposto ad acquistare un'auto elettrica se ci fossero adeguati incentivi e, per stimolare il mercato, sarebbe importante avere anche una colonnina di ricarica in casa (lo pensa il 22%).
Perché questo sia davvero possibile e conveniente, però, occorre rivoluzionare la produzione di energia. Passare da semplici consumer a prosumer, ovvero consumatori evoluti e produttori, permetterebbe di includere la colonnina di ricarica domestica nel piano energetico di casa, a costo zero e senza emissioni, rendendo così l'auto elettrica immediatamente conveniente.