La Rete moltiplica i consumi? La generazione distribuita risponde

Il lockdown ha dimostrato la centralità della Rete, in ambiti cruciale della nostra vita, a partire dal lavoro. Non solo mail, ma anche videoconferenze, invio di file di grandi dimensioni, connessioni in remoto ai server aziendali. L’utilizzo privato, allo stesso modo,  ha messo la Rete ancor più sotto pressione, con l’esplosione dei servizi di streaming, le conversazioni su WhatsApp, la musica su Spotify. Vogliamo aggiungere le dirette Facebook e Instagram e le partite in rete con gli amici? Il conto, in termini di traffico, è quanto mai salato.

La Rete a rischio collasso 

L’aumento complessivo è impossibile da calcolare. Qualche indizio, però, ci proviene dagli operatori sul territorio nazionale: Tim ad esempio ha comunicato nei giorni scorsi un aumento dei volumi di traffico del 90% su rete fissa. Ancora oltre Open Fiber che entra nello specifico di download (+ 70%) e soprattutto upload (+ 300%), una cifra abnorme dovuta soprattutto all’utilizzo della rete per fini lavorativi. 

A livello mondiale, con circa 3,9 miliardi di persone confinate al proprio domicilio, le cose non vanno meglio, anzi. Tra i primi a denunciare il problema, Mark Zuckerberg che ha parlato di un rischio per i (giganteschi) server di Facebook, Instagram e WhatsApp che hanno fatto segnare un +50% di traffico solo per quanto riguarda la messaggistica. Anche i giganti dello streaming hanno dovuto abbassare la qualità dei video per limare l’utilizzo di banda. Insomma, siamo in un’autostrada parecchio intasata, che sta reggendo comunque straordinariamente bene. 
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Ma come accade in un’autostrada che porta verso il mare di agosto dove il traffico si fa da bollino nero, crescono contemporaneamente i consumi energetici e di conseguenza l’inquinamento. Nel mondo pre Covid-19 la Rete, secondo le stime Shift Project, pesava circa il 4% delle emissioni e il 7% dei consumi elettrici globali, con questi ultimi in aumento dell’8% l’anno. Dati che però, in questo aprile 2020, non sono più attendibili perché l'emergenza Covid-19 è stato un formidabile moltiplicatore. Il lockdown ha moltiplicato i consumi energetici della rete Il lockdown ci ha dato un’importante lezione: la Rete è centrale nella nostra vita e, nonostante sia immateriale, consuma. Soprattutto si tratta di consumi energetici che dovremmo sempre tenere in maggior conto in futuro. Nonostante il ritorno alla normalità, infatti, continuerà l'uso massiccio per il lavoro e per il tempo libero, in modo molto maggiore rispetto a prima. Il mondo, da questo punto di vista, è già cambiato.  Cisco, in condizioni normali, aveva stimato un aumento complessivo di traffico del 25% annuo. E oggi le sue previsioni rischiano di diventare decisamente sottostimate. 

La risposta della generazione distribuita

Serve più banda, servono più connessioni (circa la metà della popolazione mondiale, ricordiamolo, non può accedervi) e serve anche più energia per renderlo possibile.  Attraverso le rinnovabili è possibile aumentare la produzione senza far crescere le emissioni e, quindi, dare una prima risposta a questa fame di energia della Rete. La generazione distribuita, però, ci permette di guardare ancora oltre nel suo rapporto con la Rete. L'orizzonte a cui mirare infatti è quello della smart grid, che nella sua conformazione segue il modello orizzontale di internet, che digitalizza l'energia, ne traccia lo scambio e monitora i consumi attraverso l'infrastruttura telematica. 
Ci troviamo a viaggiare su un’autostrada di dati sempre più grande ed energivora, ma la solida infrastruttura su cui poggerà ha già un nome: smart grid. Tutti noi prosumer siamo chiamati ad aggiungerne un piccolo ma cruciale tratto.