"Pronti per il 55%" è l'ultima, importante, tappa del percorso Ue in direzione neutralità climatica entro il 2050.
La legge europea sul clima |
Mobilità più sostenibile |
Biodiversità e sostenibilità alimentare |
Economia circolare |
Più rinnovabili |
Ondata di ristrutturazioni |
Avevamo aperto il 2020 con la certezza che Green Deal sarebbe stata la parola dell’anno. Ci siamo sbagliati? Fortunatamente no, perchè nonostante l’arrivo della pandemia l’interesse per l’ambiente e la transizione energetica non si è arrestato, anzi. Lo abbiamo visto con alcuni importanti provvedimenti sul territorio nazionale, come il Superbonus 110% e le comunità energetiche, ma lo stiamo osservando anche nelle sedi europee dove il progetto di riforme annunciato da Ursula Von Der Leyen sta avanzando a tappe forzate. Il 14 luglio la Commissione europea ha adottato il piano Pronti per il 55% che contiene una serie di misure per uniformare le diverse legislazioni nazionali all'obiettivo primario del piano, cioè la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 per arrivare all’impatto climatico 0 entro il 2050. Tutti i settori sono interessati. Ecco i punti chiave.
La legge europea sul clima
Nel maggio 2021 Parlamento e Consiglio hanno trovato l’accordo provvisorio per arrivare a una legge quadro, approvata a giugno, che servirà come base giuridica per tutti i provvedimenti successivi. Il punto principale è la riduzione entro il 2030 delle emissioni nette (cioè al netto degli assorbimenti) di gas a effetto serra pari ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Non si tratta più di un semplice accordo ma di una norma che riguarderà tutti i Paesi dell’Unione. Siamo partiti da qui perché, anche se non fa propriamente parte di Pronti per il 55%, ne costituisce la base giuridica.
Mobilità più sostenibile
La strategia dell’Unione procede su un doppio binario: rendere più costoso l’inquinamento applicando le quote di emissione anche al trasporto su strada e, contemporaneamente, promuovere la mobilità sostenibile con crescita del mercato dei veicoli elettrici e più infrastrutture di ricarica. La data da segnarsi sul calendario è quella del 2035 quando le automobili nuove saranno tutte a zero emissioni. Per arrivare a questo obiettivo, oltre ai sostegni per l'ibrido e l'elettrico, è all’esame un Bollo europeo che tassa le automobili sulla base dell’inquinamento prodotto. Attenzione, però, a un altro aspetto che riguarda l'intero settore trasporti: nel piano Ue sarà coinvolto anche il trasporto marittimo e aereo, che dovranno limitare le emissioni, mentre contemporaneamente sarà sviluppato il trasporto su rotaia ritenuto il più sostenibile. Il 2021 è l’anno delle ferrovie che dovranno anche garantire maggiori diritti per i passeggeri come ad esempio la possibilità di portarsi la bicicletta.
Biodiversità e sostenibilità alimentare
Il 2030 sarà una data determinante anche per la biodiversità: nel piano europeo fin dal 2020 sono entrati il ripristino degli ecosistemi degradati attraverso agricoltura biologica, riduzione dell'uso e della nocività dei pesticidi e rimboschimento. Una strada che autonomamente molte aziende hanno già intrapreso: il tema è al centro della nostra rubrica #bollicinesostenibili realizzata in collaborazione con IlGolosario. Oltre all’agricoltura, però, anche distribuzione e consumo delle derrate alimentari sono nel mirino della Ue: riduzione degli sprechi, benessere degli animali, regimi alimentari più sani sono solo alcuni dei punti toccati dalla strategia.
Economia circolare
Rappresenta il mantra della strategia industriale per il 2030. Il passaggio a sistemi circolari di produzione e consumo è ritenuto imprescindibile e il piano prevede oltre trenta punti d’azione che riguardano progettazione di prodotti sostenibili, circolarità nei processi produttivi e possibilità di operare scelte informate. Sono coinvolti tutti i principali settori: elettronica e telecomunicazioni, batterie, imballaggi, plastica, tessile, edilizia e alimentare. A questo si somma la strategia che riguarda le sostanze chimiche che dovranno essere sostenibili, con l’obiettivo di liberare l’ambiente da quelle tossiche.
Più rinnovabili
Per centrare l’obiettivo del 55% entro il 2030, il capitolo della produzione energetica è quello più importante. Per questo la Commissione ha proposto di variare il mix energetico alzando al 40% la quota delle rinnovabili. Un traguardo decisamente alla portata visto che già oggi le rinnovabili rappresentano il 20% dell'energia consumata e il 34% di quella prodotta in Europa. Parallelamente corre l’impegno per l’efficienza energetica così da arrivare entro il 2030 una riduzione complessiva del 36-39 % del consumo di energia finale e primaria.
Ondata di ristrutturazioni
Il nome è già (più di) un programma. L’Europa conta sulle ristrutturazioni edilizie per ottenere un triplice obiettivo: abbattere le emissioni del settore residenziale, favorire la ripresa economica e combattere la povertà energetica. Gli edifici infatti sono responsabili del 36% delle emissioni che possono essere ridotte del 60% grazie a una politica che punterà su efficienza, riduzione dell’utilizzo di energia, rinnovabili ma anche pratiche costruttive sostenibili e innovative e sviluppo dell’industria locale. Sul piatto uno stanziamento monstre, compreso nel cosiddetto Fondo Sociale per il Clima: 72,2 miliardi di euro nell’arco di sette anni per cambiare il volto all’Europa. Un’ondata che in realtà, come dimostra il Superbonus 110%, è già iniziata e che troverà ulteriori modalità di accesso negli interventi futuri.