Segnatevelo, perché quest’anno se ne parlerà tantissimo. Per questo ce ne occuperemo fin dal primo articolo del 2020
Lo abbiamo letto in tanti titoli di giornale a partire dagli ultimi mesi del 2019. E a ragione perché al Green New Deal sono affidate non una, bensì due missioni importantissime: salvare il pianeta e risollevare l’economia così da creare un nuovo corso dopo la lunga crisi iniziata nel 2007.
L’espressione è mutuata proprio dalla storia, dal grande piano d’investimenti lanciato dal presidente americano Franklin D. Roosevelt per contrastare la grave crisi innescata dal tristemente celebre martedì nero dell’ottobre 1929. Qui però c’è un elemento diverso e cruciale: l’aggettivo green, verde.
Green New Deal: l'origine dell'espressione
L’origine di questa riproposizione del piano di Roosevelt in chiave ambientalista è tuttora contesa da più parti. L’attribuzione più quotata è per l’economista americano Thomas Friedman che l’avrebbe usata fin dal 2007 per chiedere una svolta nell’economia americana a favore della riduzione dell’uso di combustibili fossili e contemporaneamente dell’introduzione di sussidi stabili per le fonti energetiche rinnovabili, a cominciare dal fotovoltaico. A sdoganarla nel linguaggio comune, almeno Oltreoceano, sono state però le Nazioni Unite che in un rapporto del 2009 stabiliscono chiaramente i punti chiavi di questo nuovo corso dell’economia mondiale.
“Il rapporto - si legge sul sito Onu dedicato allo sviluppo sostenibile - propone un mix di azioni politiche che stimolerebbero la ripresa economica e allo stesso tempo migliorerebbero la sostenibilità dell'economia mondiale. Il Global Green New Deal (GGND) propone ai governi a destinare una quota significativa dei loro bilanci allo sviluppo dei settori verdi e stabilisce tre obiettivi: ripresa economica; eliminazione della povertà; riduzione delle emissioni di carbonio e del degrado degli ecosistemi”. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi traccia un quadro di politiche applicabili a livello nazionale e internazionale.
2019: l'anno dell'affermazione
La sua traduzione politica si deve invece ai Democratici americani che solo recentemente - siamo a febbraio 2019 - presentano al Congresso un piano rivoluzionario di investimenti e politiche per modificare completamente l’assetto dell’economia americana. Nonostante siano all’opposizione dell’amministrazione Trump, tanto basta per portare la questione ambientale al centro del dibattito economico.
Il Green New Deal infatti non è calato solamente in ottica ambientale ma diventa un programma di riforme finanziarie su cui si punta per dare una svolta alla stagnazione. La proposta assume il volto sorridente di Alexandria Ocasio-Cortez che molti già vedono possibile protagonista della politica americana dei prossimi decenni.
La richiesta fondamentale - ed è la prima volta che questo accade - è che la programmazione finanziaria abbia come interlocutore la scienza. L’obiettivo non sono solo i punti di Pil ma l’abbassamento delle emissioni. L’ambiente entra da protagonista nella definizione del bilancio. Il Green New Deal e la sua sostenibilità finanziaria irrompono così anche nel dibattito delle primarie americane da cui uscirà il candidato che sfiderà Trump il prossimo 3 novembre. Negli stessi mesi l’economista Jeremy Rifkin dà alle stampe un libro titolato proprio “Il Green New Deal Globale” che pone al centro di questa svolta verde le comunità energetiche chiamate a diventare il motore di una nuova Rivoluzione Industriale.
Dall’Europa - e siamo a fine 2019 - arriva la prima forte presa di posizione politica: la Commissione di Ursula Von Der Leyen presenta l'European Green Deal. I punti principali di questo programma riguardano l’azzeramento delle emissioni entro il 2050 attraverso un piano per la riconversione industriale finanziato da un fondo di 100 miliardi di euro. Al momento il progetto più imponente e ambizioso a livello mondiale. Tra il 2020 e il 2021 saranno attesi gli interventi più importanti, a Bruxelles e di riflesso a Roma.
Segnatevelo in agenda: il Green New Deal è ufficialmente cominciato, in Europa e speriamo presto nel resto del mondo.