Le istanze ambientali arrivano nelle scuole. Una risposta agli appelli lanciati da Greta oggi e da Severn quasi trent’anni or sono
Pochi giorni fa a Milano è stata inaugurata la scuola elementare di viale Puglie. Progettata in BIM (Building Information Modeling) e riaperta dopo lavori durati sei anni, è stata completamente ricostruita seguendo criteri di efficienza energetica.
A dimostrarlo la certificazione NZeb (nearly Zero Energy Building) ottenibile da edifici ad elevatissime prestazioni e impatto energetico vicino allo zero. Un risultato raggiunto grazie soprattutto al sistema di alimentazione a pannelli fotovoltaici. L’esempio milanese è solo l’ultimo, in ordine temporale, di una tendenza che coinvolge tutto il mondo: com’è accaduto in Australia con il progetto Solar school per dotare 4.000 istituti di pannelli e batterie o a Copenaghen dove la Copenaghen International School ha installato oltre 6mila metri quadrati di pannelli solari.
Se l’edificio può incidere in maniera importante sull’ambiente, ancor di più possono fare le scelte didattiche. In questo, purtroppo, ci sono ancora molti passi da compiere anche se qualcosa si è mosso e si sta muovendo.
Nel dicembre dello scorso anno l’allora Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e quello dell’Ambiente, riconfermato anche nell’attuale esecutivo, Sergio Costa firmarono un protocollo d’intesa per mettere sul piatto 1,3 milioni di euro al fine di finanziare iniziative per l’educazione degli alunni e la formazione di docenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Un tassello di quanto immaginato con la carta dell’Educazione Ambientale redatta nel novembre 2016. Un documento che vale la pena rileggere per avere un quadro degli interventi previsti - e fondamentali - per arrivare preparati agli esami più importanti, quelli dell’Agenda 2030 siglata dall’Onu.
Pochi giorni fa - ed è un’altra buona notizia - il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato un nuovo bando per finanziare, con una dotazione complessiva di 330mila euro, progetti di tematica ambientale che riguardino, tra gli altri, energia pulita e risparmio energetico.
Tematiche che trovano riflesso anche in alcuni dei provvedimenti del Decreto Clima appena varato nel consiglio dei Ministri che include uno stanziamento di risorse per scuolabus ibridi o elettrici seguendo un fil rouge che vuol portare le tematiche ambientali in ogni ambito della vita scolastica.
Tutte iniziative che, seppur ancora parziali, indicano un cambiamento di rotta e una risposta alle piazze che hanno visto sfilare pochi giorni fa le migliaia di studenti del Fridays for future. Risposte ad appelli che però arrivano non solo dalla generazione Greta Thunberg. Compirà infatti quarant’anni il 30 novembre Severn Cullis-Suzuki, “la bambina che zittì il mondo per sei minuti” come la soprannominarono i quotidiani dell’epoca.
Correva l’anno 1992: durante il Vertice per la Terra di Rio salì sul palco una dodicenne canadese a nome dell’Environmental Children Organisation, un’associazione di bambini nata a sostegno dell’ambiente. Il suo discorso, durato sei minuti, fece il giro del mondo. I grandi della Terra sembrarono molto colpiti: al termine del vertice fiorirono ad esempio le manifestazioni d’intenti a favore della transizione energetica verso le rinnovabili. Severn pubblicò un libro e ricevette premi ovunque almeno fino all’anno successivo quando il clamore si spense e gli appelli rimasero completamente disattesi.
Negli anni successivi Severn ha continuato il suo impegno per l’ambiente, si è laureata in biologia, ha condotto una trasmissione per bambini su Discovery Channel ed è diventata mamma. Pochi giorni fa, in un’intervista su Times Colonist, ha dichiarato che finalmente ha la speranza che le cose, dopo il discorso di Greta all’Onu, vadano in modo diverso.
Per due motivi: i mezzi di diffusione più efficaci - oggi ci sono internet e i social che nel 1992 non esistevano - e l’emergenza climatica che è arrivata a suonare la sveglia al mondo con tutto il suo clamore dirompente. Non c’è più tempo, ha spiegato Severn nella sua recente intervista, di aspettare un’altra generazione per agire.
“Quello che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole”
Questo il finale del discorso di Rio, anno 1992. Vi ricorda qualcosa?