Non ha bisogno di ricariche, funziona sempre e per prima a ha superato il problema del passaggio dall’ora legale all’ora solare
Si tratta del primo metodo utilizzato dall’uomo per misurare il tempo, partendo da un principio molto semplice: la distanza della luce dalla linea del mezzogiorno.
Il termine meridiana infatti indica propriamente solo questo: la linea di passaggio del sole a Mezzogiorno. Solo dopo si è allargata a comprendere tutta una serie di orologi solari che per millenni hanno costituito (e con maggiore precisione) il metodo di misurazione delle ore di una giornata.
Come funziona una meridiana
Spiegare come funziona un orologio solare è semplice e oltre modo complesso allo stesso tempo. Si basa su uno gnomone (un’asta che può essere di diversi materiali) che proietta la propria ombra su un quadrante, verticale o orizzontale, che indica le ore della giornata: ogni scarto orario è compreso in un angolo di 15° o multipli. Lo gnomone deve essere adattato in base alla latitudine a cui ci si trova ponendolo perpendicolarmente all’asse di rotazione terrestre.
La giornata solare però non ha mai la stessa durata (24 ore sono infatti la giornata solare media) e cambia in base alla differente velocità di rivoluzione terrestre intorno al Sole. Questo fa sì che l’ora indicata dallo gnomone abbia uno scarto più o meno marcato rispetto all’ora media indicata dall’orologio. Uno scarto che può essere calcolato matematicamente attraverso l’equazione del tempo che considera la differenza tra il tempo effettivo e quello medio (15 o 16 minuti al giorno).
La meridiana per poter avere un’indicazione uniforme ha come riferimento un unico meridiano che per quanto riguarda l’Italia è longitudine 15° Est rispetto a Greenwich (il meridiano di Monte Mario, adottato ufficialmente nel 1866). La differenza tra la meridiana locale e quella di riferimento va a sua volta calcolata e aggiunta alla equazione del tempo per poter così avere la misurazione corretta.
Il principio della meridiana, quindi, è semplicissimo ma la misurazione non lo è affatto e per questo se ne occupa un’apposita disciplina: la gnomonica. Anche perché nei millenni le meridiane si sono moltiplicate e differenziate in base ai diversi usi, dagli orologi solari a muro (facili da realizzare e poco costosi, con un unico inconveniente: funzionano solo per un certo periodo dell’anno e del giorno) fino a quelli orizzontali che si possono installare anche in giardino.
C’è poi un ampio capitolo di orologi solari portatili, come l’astrolabio che può anche essere utilizzato per orientarsi e per i calcoli astronomici. Sue moderne versioni sono tuttora utilizzate nella dotazione dei militari in missione per le situazioni di emergenza.
Dai fori gnomici all'obelisco
Le meridiane spesso rappresentarono anche l’incontro tra scienza e fede: in molti casi gli studiosi sfruttarono l’altezza delle cupole e degli edifici religiosi per praticare fori gnomici e misurare con maggiore sicurezza il mezzogiorno (indicato in questo caso dal raggio del sole che colpiva una retta a Mezzogiorno). Il più celebre è quello di Santa Maria del Fiore: un foro gnomico praticato nel 1467 a 86 metri d’altezza. Seguirono quella di Santa Maria Novella a Firenze e di San Petronio a Bologna.
A Roma poi, nella piazza di Montecitorio, è nascosta in bella vista la meridiana più antica della città. Si tratta infatti dell’obelisco egiziano che sotto Augusto era collocato in campo Marzio dove serviva appunto per segnare mezzogiorno. Funzione che probabilmente aveva già prima, all’epoca della sua costruzione, nel VII secolo avanti Cristo in Egitto ad opera del re Psammetico II. Conoscete smartwatch altrettanto affidabili?