Il mercato dei veicoli elettrici nel 2050 assorbirà un decimo dell’energia elettrica prodotta. Sarà davvero sostenibile senza un forte incremento delle rinnovabili?
Ogni giorno si leggono nuove notizie e nuove stime - al rialzo - per il mercato della mobilità elettrica.
Tra le ultime iniziative registrate c’è quella di Volkswagen che ha annunciato il lancio di un proprio servizio di car sharing elettrico nel 2019 (partenza in Germania, poi il resto d’Europa, Nord America e Asia) e di Flixbus che, mentre sta testando i bus elettrici sulle lunghe percorrenza, ha già annunciato per il 2019 linee green attive anche in Italia. Le prime tratte potrebbero essere la Milano-Torino e la Milano-Lugano.
La tendenza alla mobilità elettrica è un dato di fatto, messo “nero su bianco” dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA).
Secondo le stime più recenti, la flotta dei nuovi veicoli elettrici triplicherà entro il 2020. Sarà ancor più netto l’incremento delle vendite che supereranno i dieci milioni di veicoli l’anno (attualmente sono circa un milione e mezzo). Questa accelerata continuerà ancora almeno fino alla metà del secolo: entro il 2040 - stima l’IEA - la vendita dei veicoli elettrici costituirà il 55% del mercato.
Una stima resa plausibile anche dai nuovi indirizzi produttivi delle case automobilistiche che hanno programmato, a breve termine, lo stop ai motori diesel. La Fiat ha inizio giugno ha annunciato che entro il 2021 non saranno più prodotti veicoli diesel mentre, al contrario, saranno incrementati i modelli elettrici: “Il futuro della 500 - ha detto Marchionne - è elettrico”.
Il paradosso della mobilità elettrica
L’incremento della mobilità elettrica avrà un’influenza sul clima e sull’ambiente? Certo.
È già stato calcolato che l’aumento vertiginoso dei veicoli elettrici entro 2030 ci farà risparmiare oltre due milioni e mezzo di barili di petrolio l’anno (oggi l’elettrico ci alleggerisce solo di 380 mila barili), con una importante ricaduta sul fabbisogno energetico totale.
A stimarla ci ha pensato l’Energy outlook 2018 di Bloomberg: 2000 TWh nel 2040 e addirittura 3400 TWh nel 2050. A metà secolo il 9% dell’energia prodotta nel mondo sarà destinato ad alimentare i veicoli elettrici. Questa è solo una media, perché in alcuni Paesi, come la Germania il fabbisogno di energia elettrica per i veicoli sarà ancora maggiore: il 25% della domanda interna di energia.
SENZA L'UTILIZZO DI FONTI RINNOVABILI, I VANTAGGI DELLA MOBILITA' ELETTRICA SARANNO SOLO APPARENTILa ricaduta sui conti pubblici sarà la prima conseguenza da affrontare: diminuiranno costantemente le entrate derivanti dalle accise sui combustibili fossili. La seconda - e più importante conseguenza - sarà l’aumentato fabbisogno di energia elettrica. Come farvi fronte? Se per produrre l’elettricità necessaria a far muovere i veicoli elettrici non saranno utilizzate fonti rinnovabili, infatti, il miglioramento ambientale sarà solo apparente.
Le linee guida: si alle fonti rinnovabili, no all'utilizzo di biocarburanti da colture alimentari
L’Europa, nell’ultimo provvedimento approvato sulle rinnovabili, ha tracciato una strada ben precisa: nello stesso documento infatti sono stati inclusi mobilità elettrica e aumento della quota di energia da fonti rinnovabili. Non solo: sono anche state escluse possibili scorciatoie, come l’utilizzo di biocarburanti da colture alimentari, ed è stata promossa l’autoproduzione.
Lo sviluppo della mobilità elettrica, secondo l’Europa, non può essere disgiunto dall’affermazione della generazione distribuita.
Smart home, smart city, auto elettriche non possono progredire senza autoproduzione e sviluppo di smart grid. E’ il racconto che vi abbiamo fatto fino ad oggi e che continueremo a farvi nel prossimo futuro. È la mission di Evolvere, che oggi, dati alla mano, più che sviluppo di un quadro futuribile, è diventata una necessità.