I due sfidanti Democratici per la corsa alla Casa Bianca, Joe Biden e Bernie Sanders, puntano sulla lotta ai cambiamenti climatici
Comunque vada, sarà un successo per il pianeta. La prima buona notizia, infatti, è che entrambi i candidati alle Primarie del Partito Democratico hanno messo il cambiamento climatico al vertice della loro agenda. Le proposte (e gli investimenti previsti) sono però distanti in molti punti. Vediamo quali.
L’obiettivo
Biden ha segnato in calendario la data del 2050 per avere un’America 100% rinnovabile (o nucleare) e a zero emissioni. Sanders invece ha posto due step fondamentali: 2030 come l’anno di trasporti a zero emissioni e elettricità completamente da rinnovabili e emissioni zero entro il 2050. A molti - ed è l’attacco ripetuto più spesso nei confronti del senatore del Vermont - l’obiettivo 2030 sembra impossibile da raggiungere. Non manca però chi, anche tra tecnici e scienziati, appoggia Sanders, sottolineando la necessità di agire subito prima che sia troppo tardi.
I finanziamenti
La parte più difficile da interpretare nei due piani. Entrambi prevedono ingenti stanziamenti pubblici e una copertura che si ottiene combinando una tassazione ad hoc sulle società e eliminazione sui sussidi. Biden però si è detto contrario a tassare le emissioni di carbonio. Certo il conto finale sarà ingente in entrambi i casi, con una differenza però sostanziale. Per Biden saranno sufficienti 1,7 trillion (ovvero 1.700 miliardi) di dollari. La spesa immaginata da Sanders è decisamente maggiore: 16,3 trillion ovvero 16.300 miliardi di dollari. Una dotazione enorme che però presuppone un cambio completo del modello economico e industriale di riferimento.
La ricaduta lavorativa
La lotta al cambiamento climatico sarà anche un modo per incrementare i posti di lavoro. Entrambi i candidati democratici in questo fanno scuola, presentando all’elettorato la transizione energetica come un’opportunità e non come una spesa. il piano di Biden prevede un incremento di dieci milioni di posti, mentre Sanders si è lasciato andare a previsioni ancora più ottimistiche: 20 milioni.
Il contenuto del piano
Biden non esclude lo sviluppo di alcuna fonte energetica a basso contenuto di carbonio. Sanders invece guarda esclusivamente alle rinnovabili al centro di una trasformazione radicale non solo dell’economia ma della società. Il senatore infatti ha abbracciato pienamente la proposta di un Green New Deal lanciata dalla giovane star democratica Alexandra Ocasio-Cortez, che infatti non gli ha fatto mancare il suo endorsement.
Come finirà
Bene, almeno in questa prima fase. Qualunque candidato vinca. Infatti, pur essendo Biden favorito sotto molti punti di vista, il piano di Sanders è quello che ha ricevuto maggior attenzione e, soprattutto, l’approvazione delle generazioni più giovani. Quindi, chiunque sarà designato alla corsa per la Casa Bianca dovrà tenerne conto.
Le prossime tappe
Le primarie più importanti, dopo il Super Tuesday che ha visto la netta affermazione di Biden, saranno il 10 e 17 marzo, il 28 aprile e il 19 maggio prima della chiusura il 6 giugno nelle Isole Vergini americane. Una volta decretato ufficialmente il front runner democratico, durante la convention che si svolgerà dal 13 al 16 luglio a Milwaukee, la battaglia si sposterà in campo nazionale. Il prossimo 3 novembre la data della sfida a Donald Trump, che invece sul clima ha posizioni molto distanti dai Democratici. Ma questa è un’altra partita.