Si può applicare a (quasi) tutto, ma è nella riqualificazione energetica che si ottengono i risultati migliori. Una pratica che può salvare il mondo e ridare valore alle nostre case

Di retrofitting abbiamo sentito parlare molto ultimamente, quasi fosse un mantra che promette di ridurre i rifiuti, minimizzare gli sprechi, recare benefici all'ambiente e all'economia domestica. Per fare un po' di chiarezza, però, meglio partire dalla definizione più generica:
 

aggiunta di nuove funzioni e tecnologie a un sistema vecchio per migliorarne le prestazioni e prolungarne la vita”. 
 

Si tratta di un aggiornamento simile a quello che applichiamo normalmente a un software? No, molto di più.
Il retrofitting è l'opera di riqualificazione energetica che può cambiare completamente fisionomia a un motore, rinverdire una macchina industriale, oppure – ed è questa l'applicazione che sta emergendo come più importante – donare un nuovo profilo energetico a un'abitazione

Dal 2016 il termine retrofitting è entrato nel vocabolario degli italiani grazie al decreto omonimo (si tratta in realtà del D. M. T. n 219 del 1° dicembre 2015), che permette di trasformare i veicoli endotermici (ovvero alimentati a benzina e diesel) in veicoli elettrici senza necessità di immatricolarli nuovamente, ma solo aggiornando la carta di circolazione, con un netto risparmio di tempo e di denaro. Tutto bene, se non che questa pratica è ancora ai nastri di partenza.

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Il kit di trasformazione, pur costando molto meno rispetto all'acquisto di un'auto elettrica, infatti, è comunque oneroso e sono in pochi disposti a spendere così tanto per macchine che spesso hanno qualche anno e un basso valore di mercato. Inoltre, non sempre il motore è in grado di erogare la potenza originaria. Senza pensare al problema maggiore: la mancanza di infrastrutture per la ricarica. Crearne una nella propria abitazione è possibile, ma anche in questo caso l'esborso è importante e avrebbe senso solo in un'ottica di autoproduzione.

Il retrofitting è l'opera di riqualificazione energetica che riuscirà a donare nuovo profilo energetico alle abitazioniQuindi quale sarà il futuro del retrofitting?

Proprio in quest'ultimo punto, nella infrastruttura di ricarica domestica, c'è la risposta. Bisogna infatti spostare il focus dal mobile all'immobile per individuare il retrofitting che sta cambiando il volto di tanti paesi europei e presto anche dell'Italia.

Il retrofitting energetico infatti permette da un lato di investire nel bene più durevole (la casa) aumentandone il valore e, dall'altro, di farne una fonte di reddito, trasformandoci da semplici consumatori in prosumer (quindi anche produttori).

Il problema della riqualificazione energetica delle abitazioni è centrale: in Italia ci sono 12,1 milioni di edifici residenziali che valgono tre volte il PIL. L'80% di questo enorme patrimonio nel 2020 avrà più di quarant'anni e crescerà il suo peso sull'ambiente (già oggi è responsabile del 35% delle emissioni nocive) e sui consumi (ad oggi il 40%).
Gli accordi internazionali, inoltre, ci impongono entro il 2050 un taglio delle emissioni dell'80%. 

L'edilizia pubblica e privata diventa, perciò, il settore più importante in cui operare. Perché questa trasformazione green sia efficace e rapida, è necessario un progetto non solo di ristrutturazione ma di vera e propria riqualificazione energetica accessibile alla maggior parte della popolazione.

Gli ostacoli finora sono stati molti: costi elevati, necessità di abbandonare l'abitazione per lunghi periodi per ristrutturazione, incapacità di coordinamento tra le imprese della filiera e risultati non sempre all'altezza delle aspettative. 

Dall’Olanda stiamo però importando un modello di retrofitting che si è dimostrato efficace. Questo modello, chiamato Energiesprong, prevede la produzione off site dei componenti che riqualificheranno l’edificio, ovvero pareti, copertura e nuova impiantistica, trasformandolo in un edificio a consumo quasi zero. 
Le nuove pareti e la nuova copertura, completa degli impianti fotovoltaici integrati, vengono installate su quelle esistenti, con piccoli accorgimenti tecnici da realizzare in opera.

In questo modo si abbattono drasticamente i costi della riqualificazione, e la durata effettiva del cantiere si riduce a pochi giorni. 

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Nel 2017 si è attivato il tavolo di lavoro Energiesprong Italia, guidato dal consorzio Habitech.

Evolvere, insieme ad altre importanti aziende, è partner fondatore di Energiesprong Italia, un tavolo tecnico che ha l’obiettivo di ridefinire il modello Energiesprong rendendolo applicabile alla realtà culturale e normativa italiana.” afferma Marco Dal Mas, manager di Evolvere, che continua “Evolvere porta al tavolo di Energiesprong Italia il proprio know how in materia di generazione distribuita ed efficienza energetica, con la finalità di massimizzare la produzione di energia fotovoltaica in situ e ottimizzare la gestione dell’energia prodotta e consumata”.