Questa la stima di Confindustria, a patto che siano rispettati i target fissati per il 2030
L’energia pulita può valere molto anche in termini di posti di lavoro e la transizione energetica in atto può diventare un volano per l’industria, se gli investimenti previsti saranno gestiti con politiche di sviluppo mirate.
Questa volta a scendere in campo a favore delle energie rinnovabili, con tanto di numeri alla mano, è Confindustria che ribalta il punto di vista negativo sulla transazione in atto: non costi, ma opportunità è il grande messaggio lanciato con la presentazione del Libro Bianco. Siamo distanti mille miglia (anzi, un oceano) dalle posizione di parte dell’industria mondiale che rivendica l’utilizzo dei combustibili fossili per la sua convenienza.
Non solo: in queste pagine c’è anche una risposta alle tensione nate, anche nell’ultima Cop24, sui costi degli accordi di Parigi. Il ragionamento è semplice ma esplosivo al tempo stesso. Gli investimenti, sicuramente ingenti, avranno un ritorno importante anche sulle economie nazionali e di conseguenza sul lavoro. Il loro effetto quindi, nel panorama italiano, sarà ancora più dirompente. E il Libro prova a darne la misura.
Rinnovabili: un volano per l'economia italiana
Seguiamone i punti principali, partendo dalla fonte: il Libro bianco per uno sviluppo efficiente delle fonti rinnovabili al 2030. Si tratta dello studio redatto da Confindustria in collaborazione con Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) ed Ernst & Young, nell’ambito degli approfondimenti che Confindustria dedica annualmente alle politiche energetiche europee. Questo, però, è particolarmente importante perché spiega, numeri alla mano, la convenienza delle rinnovabili anche per l’economia nazionale.
“Nello scenario attuale - recita il documento - le fonti rinnovabili, sia per l’Unione Europea che su scala globale, sono oggetto di ulteriori ed ambiziosi obiettivi di sviluppo che porteranno nuove possibilità di business per la filiera italiana di equipment, a patto che essa riesca a rinnovare la propria offerta e renderla più competitiva”.
L’obiettivo? Quello più generale, ricorda Confindustria, è passare dalla produzione di energia da fonti rinnovabili degli attuali 52,2 GW a 91,6 GW nel 2030. Perché questo sia possibile, è necessario considerare investimenti ingenti sia nel settore della mobilità elettrica sia in quello della generazione. L’Italia per raggiungere questi obiettivi al 2030 dovrebbe mettere sulla bilancia 68 miliardi di euro. Una spesa o un affare?
Un investimento che conviene a tutti. Una politica di sostegno all’installazione di nuovi impianti e all’acquisto di tecnologie legate alle rinnovabili - spiega Confindustria - sarebbe un vero e proprio volano per il sistema economico italiano. L’aumento degli investimenti nel settore, come previsto per raggiungere gli obiettivi prefissati, implicherebbe un incremento del valore della produzione industriale italiana di 226 miliardi di euro (114 miliardi solo di rinnovabili elettriche) e l’occupazione di 1 milione di lavoratori con un incremento del valore aggiunto per le aziende di 73 miliardi (34 miliardi solo per le rinnovabili elettriche). Conti alla mano, un investimento più che redditizio.
Gli scenari futuri per un nuovo boom economico
Nei prossimi anni la tecnologia sarà un fattore decisivo per rendere sempre più conveniente l’energia pulita. Centrale in questo, anche per la sua importanza trasversale a tutti i settori, lo sviluppo dei sistemi di accumulo.
“Apparecchi non solo in grado di contribuire alla flessibilità di gestione del sistema elettrico, consentendo una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, ma anche protagonisti nella decarbonizzazione del settore trasporti, costituendo l’enabling technology per lo sviluppo della mobilità elettrica”. I miglioramenti in questo caso, riguardanti l’efficienza e la vita media degli apparecchi oltre alla diminuzione dei costi, li renderanno particolarmente convenienti.
Industria green, automotive, ma anche smart road e smart cities. Cantieri per opere complesse ma anche e soprattutto una miriade di piccoli e medi impianti. L’Italia a trazione verde è pronta ad alimentare un nuovo boom economico.