Le energie rinnovabili devono salire almeno del 5% l’anno per evitare l’aumento di 2°C della temperatura a fine secolo

Le energie rinnovabili sono il nostro mondo e le storie che vi stiamo raccontando in questo magazine dimostrano che la voglia di un cambiamento radicale è ormai diffusa. Eppure, a livello globale non si sta facendo ancora abbastanza.
Anzi l’obiettivo più ambizioso è fallito.
Nel 2018 la concentrazione di CO2 nell'atmosfera è la più alta di sempreUno studio del Centro di studi dei sistemi complessi di Utrecht (Paesi Bassi) e dell’Università di Oxford (Uk) pubblicato sulla rivista Earth System Dynamics della European Geosciences Union ha emesso una sentenza dura: al ritmo attuale gli obiettivi di Parigi sono irrealizzabili. Anzi, dall’analisi dei modelli climatici è emerso che il primo obiettivo, ovvero limitare l’aumento delle temperature a 1,5 °C nel 2100 è già fallito. Un verdetto duro che però vuol essere prima di tutto un appello ai governi per agire. E agire fin da subito.

Nel documento degli esperti di clima infatti è anche fissata una data limite, 2035, dopo la quale non potrà più essere raggiunto nemmeno l’obiettivo dei 2 °C di aumento delle temperature. Cosa dovrà accadere entro questa data limite? Anzitutto un deciso cambio di rotta, con un aumento di quota delle energie rinnovabili del 5% annuo.

Riscaldamento globale: bisogna agire ora

Un traguardo che, però, dicono gli scienziati, sembra difficilmente raggiungibile ai ritmi attuali e gli effetti sul clima si stanno già facendo sentire. I primi sei mesi del 2018 - secondo gli esperti - proiettano quest’anno tra i quattro più caldi di sempre dal 1880.
Le temperature più alte hanno già impattato sui ghiacciai che si stanno assottigliando in tutto il mondo (il Polo Nord è al di sotto del 13% rispetto alla media degli ultimi 25 anni) e sull’atmosfera. In questo senso il dato più allarmante arriva dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’osservatorio scientifico voluto dall’Onu, che ha segnalato come la concentrazione di CO2 nell’atmosfera sia la più alta di sempre (il record è stato raggiunto lo scorso aprile).

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Questo, nonostante gli sforzi e il continuo aumento di quota delle energie rinnovabili, però non ancora ai livelli necessari.
Cosa accadrà nei prossimi mesi, a fronte di questi nuovi allarmi, è difficile a dirsi.
Sarà cruciale la prossima conferenza sul clima che si terrà dal 3 al 14 dicembre 2018 a Katowice, in Polonia: la Cop 24 dovrebbe stabilire in modo inequivocabile le linee operative per mettere in pratica gli accordi di Parigi, a partire da un deciso aumento della quota di energie rinnovabili.

Il nodo del budget (e la posizione degli USA)

Il nodo più spinoso riguarda il tema finanziamenti, con il budget di 100 miliardi di dollari che i Paesi più sviluppati dovrebbero mettere a disposizione delle economie meno sviluppate per combattere il riscaldamento globale. Un budget che ancora non c’è e sulle cui modalità di utilizzo ancora non si trova un accordo tra gli Stati. Ma non è l’unico fattore di criticità. A far paura è l’opposizione degli Stati Uniti che vorrebbero tirarsi fuori dagli accordi di Parigi e che, stando alle ultime notizie, non siederanno - e sarebbe la prima volta - al tavolo di Katowice.

Pochi giorni fa il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, invitando all’unità, ha ricordato ai capi di governo che il cambiamento climatico “corre più veloce di noi” e che occorre non solo rispettare Parigi ma mettere in campo strategie ancor più efficaci. Il timore delle Nazioni Unite è che Katowice diventi un’altra Copenaghen.

Nel 2009 in Danimarca gli accordi si arenarono, provocando un brusco rallentamento nella lotta ai cambiamenti climatici e nella svolta verso le energie rinnovabili.
Un altro stop, in Polonia, avrebbe conseguenze ancor più devastanti.

Il 2035 è sempre più vicino.