L'isola siciliana vivrà una rivoluzione green che sarà modello per tutta l'Europa
La conosciamo per la bellezza del suo mare e l'abbondanza di ulivi e cespugli di capperi. L'abbiamo ammirata come magnifico set naturale ne “Il Postino” di Massimo Troisi. I suoi paesaggi incontaminati hanno meritato – assieme a tutto l'Arcipelago delle Eolie – il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità UNESCO. È l'isola di Salina, la seconda più grande dell'arcipelago, con i suoi 2500 abitanti distribuiti su 26 km quadrati.
Da oggi è anche un esempio europeo per la transizione versa l'energia pulita. Questo grazie all'iniziativa Clean Energy for EU Islands, che ha individuato sei Isole Pilota per l'avvio del progetto. Con Salina faranno da apripista le Isole Aran (Irlanda), Cres-Lošinj (Croazia), Sifnos (Grecia), Culatra (Portogallo) e La Palma (Spagna). Altre 20 isole europee, tra cui Pantelleria e Favignana, entreranno a far parte del progetto entro l'estate 2020.
“Le 26 isole selezionate mostrano un notevole potenziale ed entusiasmo per lo sviluppo di forti e durature collaborazioni con gli stakeholder interessati alla transizione verso l’energia pulita. – ha dichiarato Dominique Ristori, Direttore Generale per l’Energia presso la Commissione Europea - Avviandosi su questa strada, non solo diventeranno più autosufficienti e prospere, ma forniranno anche esempi stimolanti per le altre isole e per l’Europa nel suo complesso. Ciò a sua volta aiuterà l’UE a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi in materia di clima ed energia".
Salina, dai combustibili fossili alle energie rinnovabili
Sole, vento, moto ondoso. Come molte isole – sono più di 2200 le isole abitate nell’UE – Salina ha un giacimento di energie rinnovabili praticamente inesplorato. La realtà odierna però disegna uno scenario nel quale i combustibili fossili sono ancora (purtroppo) protagonisti. Con un consumo annuo di 1.800 tonnellate di gasolio e GPL - che rappresentano oltre il 70% del consumo energetico dell'isola - le emissioni di carbonio di Salina ammontano a quasi 6.000 tonnellate di CO2 l'anno.
A queste si aggiungono le emissioni causate dal trasporto pubblico, coperto da minibus alimentati a diesel che emettono circa 135 tonnellate di CO2 all'anno. Il carburante per le auto sulle isole, così come l'acqua potabile, viene portato a Salina in barca, che è anche il principale mezzo di trasporto da e verso l'isola.
La transizione energetica di Salina è iniziata nel 2013 con la firma del Patto delle Isole, seguito dalla creazione di piani d'azione per l'energia sostenibile con obiettivi fissati per il 2020. Tra le misure che verranno adottate per migliorare l'efficienza energetica, spiccano quelle per il risparmio energetico nei sistemi di illuminazione pubblica e nel riscaldamento e raffreddamento degli edifici pubblici.
I tre comuni dell'isola (Leni, Malfa, Santa Maria Salina) si sono posti l'obiettivo di produrre energia localmente, sfruttando le abbondanti risorse energetiche rinnovabili dell'isola. Mentre il trasporto pubblico sarà convertito con minibus elettrici alimentati da energia solare fotovoltaica.
Le stazioni di ricarica saranno disponibili anche per i veicoli elettrici sull'isola. Nel contempo, saranno promosse iniziative per incentivare l'eco-turismo e ridurre inquinamento e degrado ambientale. Una rivoluzione green a 360°, che sarà modello per tutta l'Europa.