La smartness applicata alle costruzioni per ridurre i consumi e vivere meglio: un’esigenza dettata anche dalle direttive in arrivo dall’Europa
L’abbattimento delle emissioni inquinanti comincia dalle nostre case, per questo ridurre (quasi) a zero i nostri consumi domestici è una delle principali sfide che dobbiamo affrontare. Questo obiettivo potrà essere raggiunto attraverso una duplice strategia che mira da un lato all’efficientamento energetico dell’abitazione e, dall’altro, a un aumento dell’autoproduzione e dell’autoconsumo di energia. Temi cruciali per il futuro nostro e delle nostre città, come ha sottolineato anche la proposta di legge per aumentare il tasso di ristrutturazioni e ridurre consumo energetico e emissioni nel settore edilizio, approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 14 marzo e subito ribattezzata “Case green” perché si ripromette di trasformare completamente il panorama edilizio comunitario, all’insegna della riduzione di CO2.
La parola: smart building
La traduzione letterale di questa espressione è “edificio intelligente”, due parole che in realtà comprendono molteplici competenze capaci di abbracciare più settori. E’ molto chiara, da questo punto di vista, la definizione contenuta all’interno dello stesso report: “Edificio in cui gli impianti in esso presenti sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo, al fine di minimizzare il consumo energetico e garantire il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti, assicurandone, inoltre, l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte” . Un edificio davvero smart infatti comprenderà tutte le tecnologie capaci, da un lato, di rendere le abitazioni energeticamente più autonome ed efficienti, e dall’altro di garantire comfort, benessere e sicurezza per chi le vive.
Il volume d’affari del settore Building devices and solutions ha registrato circa 6,5 miliardi di euro di investimenti nel 2021 mostrando una crescita del 44% rispetto al 2020. Sul totale degli investimenti, il comparto Energy si conferma il più rilevante, cubando circa 4 miliardi (60% del totale), seguito dalle soluzioni per la sicurezza di asset e persone (1,1 miliardi) e comfort abitativo (1 miliardo). Un settore dove l’investimento può essere definito al 100% smart è quello degli impianti fotovoltaici e dello storage, perché le diverse strategie per massimizzare l’autoconsumo ci avvicinano all’azzeramento del bilancio energetico e delle emissioni inquinanti, target fondamentali dello smart building.
Nel mondo della generazione fotovoltaica lo smart building si può raggiungere attraverso la combinazione di più fattori: installazione di moduli e inverter con capacità di produzione almeno pari al fabbisogno da coprire, comunità energetiche che permettano di mixare i profili di consumo massimizzando l’autoconsumo diretto, e sistemi di accumulo per favorire l’autoconsumo anche di notte. In questo modo - ovvero inserendo lo smart building in un’ottica di rete - sarà possibile costruire la smart city che avrà consumi energetici ed emissioni inquinanti ridotte e servizi ai cittadini nuovi ed efficienti.
Lo stato dell’edilizia europea e italiana
Secondo la Commissione Europea, gli edifici dell'UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Intervenire in questo ambito diventa, perciò, prioritario per rispettare gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi. La quarta edizione (2022) dello Smart Building Report realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano fornisce un quadro dettagliato sul settore in Italia: il 62,3% degli edifici residenziali e il 37,8% di quelli non residenziali ricadono ancora in classe energetica F o G. I miglioramenti si sono registrati ma sono ancora sufficienti, con consumi che nel 2020 sono stati pari a 30,7 Mtep (-6,8% rispetto al 2017). La smartness degli edifici è individuata come uno dei fattori chiave per permettere il salto di classe. Su questo la proposta di legge del Parlamento europeo è chiara e tra le considerazioni preliminari al Testo consolidato si può leggere: “La digitalizzazione del sistema elettrico sta cambiando rapidamente il panorama energetico, dall'integrazione delle energie rinnovabili alle reti intelligenti e agli edifici predisposti all'intelligenza. Per digitalizzare il settore edilizio, gli obiettivi dell'Unione in materia di connettività e le sue ambizioni relative alla diffusione di reti di comunicazione ad alta capacità sono importanti per abitazioni intelligenti e per comunità dotate di buoni collegamenti. Si dovrebbero predisporre incentivi mirati per sistemi predisposti all'intelligenza e soluzioni digitali nell'ambiente edificato. Ciò offrirebbe nuove opportunità in termini di risparmio energetico, fornendo ai consumatori informazioni più precise sui loro modelli di consumo e consentendo al gestore di sistema di gestire più efficacemente la rete”. Quello che spicca immediatamente agli occhi è come questa definizione coincida, sotto molti punti di vista, con quella di ecosistema digitale creato grazie all'impiego della digital energy, cuore della casa intelligente secondo Evolvere.
Lo smart building secondo Evolvere
La casa del prosumer è un centro di produzione dell’energia elettrica che grazie all'autoconsumo viene valorizzata al massimo. Proprio per quest’ultimo motivo cioè la valorizzazione - anche economica - dell’energia, il suo impiego deve essere ottimizzato utilizzando anzitutto i servizi di smart metering. Questo caratterizza la smart home secondo Evolvere, perfetto esempio di smart building che fa perno sull’ecosistema digitale Eugenio, incluso nelle formule Sempre Tuo e Sempre Tuo Plus . Eugenio ha l’interfaccia di un’app e raccoglie un insieme di servizi che permettono di misurare i flussi di energia in casa, segnalando eventuali sprechi e anomalie, e nel contempo ottimizzarli gestendo i carichi elettrici per far coincidere quanto più possibile produzione e consumo. Non solo: monitorare l’energia e contabilizzarla è anche importante per poterla scambiare in rete nell’ambito di una comunità energetica rinnovabile. In quest’ottica quindi lo smart building diventa un anello della generazione distribuita, che non sarebbe possibile immaginare senza l’intelligenza della digital energy.