In Arabia Saudita il progetto per una serie di comunità lunga 170 km senza auto e senza strade di superficie. Il futuro lo immaginiamo così?

Il nome The Line al primo impatto sembrerebbe il titolo di una nuova serie Netflix e in effetti, dai primi rendering, qualcuno potrebbe pensare a un film di fantascienza. Eppure The Line è un progetto reale, una smart city innovativa e completamente sostenibile che dovrebbe sorgere nel cuore di NEOM, la grande megalopoli saudita prevista nel piano Saudi vision 2030.

I fattori di novità sono tanti: anzitutto il disegno urbano, una vera e propria linea, lunga 170 chilometri, intorno a cui si svilupperanno le diverse comunità iperconnesse. Poi lo sviluppo che sarà per buona parte al di sotto del suolo, dove ci saranno strade, servizi, parcheggi per le auto elettriche a guida autonoma e, ancor più sotto, l’alta velocità. Il tutto con l’obiettivo di lasciare in superficie spazio adeguato a giardini e percorsi pedonali. Infatti, i principali edifici pubblici, come uffici, scuole e ospedali saranno raggiungibili comunque a piedi in non più di cinque minuti e, in generale, ogni viaggio non dovrebbe durare più di venti minuti in totale.
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The Line prevede 170 km di sviluppo urbanoIl principale obiettivo di The Line infatti è ridurre il pendolarismo, causa non solo di una peggiore qualità di vita ma anche di un livello di emissioni molto alto. Un ulteriore tratto caratteristico di The Line è anche la connettività e soprattutto l’uso dell’intelligenza artificiale per rendere il tracciato urbano e le esperienze sempre più a misura d’uomo. C’è, però, un passaggio importante nel progetto riguardante l’energia e la sua gestione che, al di là della futura effettiva realizzazione, può essere indice di un cambiamento radicale di vedute.

The Line - si legge nella nota stampa - comprenderà agglomerati urbani carbon-positive alimentati da energia pulita al 100%, fornendo così ambienti privi di inquinamento, più sani e più sostenibili per i residenti. Le comunità a uso misto saranno costruite attorno alla natura, invece che su di essa”. Ad alimentare la città sarà quindi energia rinnovabile e la progettazione degli spazi permetterà di diventare carbon positive - quindi eliminare CO2 dall’atmosfera - secondo una concezione che supera il traguardo della neutralità carbonica.

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In The Line, servizi e mobilità sono previsti sotto terra 
A colpire la nostra attenzione, però, è anche l’utilizzo del termine comunità che si integra nel contesto naturale e si viene quasi a sovrapporre a quello di città e di quartiere. Soprattutto, viene usato in un contesto legato all’energia, a sottolineare lo stretto rapporto che lega la generazione dell’energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’idea stessa di comunità con tutti i vantaggi che ne conseguono dal punto di vista sociale, economico e ambientale. A farsi largo infatti sono proprio gli aspetti legati alla sharing economy, dalla mobilità alla condivisione dell’energia, con la loro indubbia ricaduta positiva sull’ecosistema, ambientale e umano.

Se il progetto saudita potrebbe però sembrare ancora troppo futuribile e difficile da realizzare, qualche indizio sulla smart city del futuro può arrivarci dal premio Capitale Verde Europea 2024 e Green Leaf Awards indetto dall’Unione Europea. In questo contesto infatti sono premiate metropoli e città di medie e piccole dimensioni che hanno attuato progetti interessanti da un punto di vista ambientale, sociale ed energetico. I criteri per cui vengono giudicate, infatti, spaziano dalla lotta al cambiamento climatico alla mobilità urbana sostenibile fino alle innovazioni tecnologiche sostenibili e alle prestazioni energetiche.
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Biciclette a CopenaghenBasta scorrere l’elenco dei premiati per scoprire molti esempi a cui ispirarsi. Nantes è stata ad esempio la prima città in Francia a reintrodurre i tram elettrici per migliorare la qualità dell’aria. Copenaghen, oltre ad essere diventata il paradiso dei ciclisti, ha anche avviato diverse attività di partnership tra pubblico e privato per sviluppare l’ecoinnovazione. Lisbona ha collegato parchi e giardini con un corridoio verde che permette anche alla fauna di svilupparsi. Lappeenranta, in Finlandia, ospita un'Università strategica per la ricerca sull'energia pulita, la sostenibilità, l'economia circolare e la tecnologia dell'acqua. Inoltre è stata la prima città al mondo a utilizzare esclusivamente elettricità rinnovabile certificata.

Un elenco di buone pratiche in cui purtroppo manca il contributo dell’Italia. Per il 2024, però, si è fatta avanti Brescia che vuol giocarsi come assi nella manica una sempre maggiore depurazione delle acque e l’aumento della produzione di energia rinnovabile oltre al contributo di una Università che insieme ad altri partner istituzionali e finanziari ha appena varato il Centro Sviluppo Sostenibilità. Una eventuale vittoria potrebbe sancire anche la metamorfosi da una realtà industriale ed energivora a una virtuosa e sostenibile grazie a una serie di pratiche che in molti possono attuare, un modello meno affascinante di The Line, ma sicuramente più realistico. E dopo i successi dell’Eurovision Song Contest e degli Europei di Calcio, chissà che non arrivi un riconoscimento anche per un campionato che diventa fondamentale vincere.