Una ricerca del Politecnico di Milano fotografa per l'internet delle cose una crescita a doppia cifra, spinta dall'efficienza energetica
L'internet degli oggetti è sempre più presente nella nostra vita e nelle nostre abitazioni. A confermarlo una recente ricerca dell'Osservatorio Internet Of Things del Politecnico di Milano che ha messo in luce come il mercato di questi dispositivi si sia ripreso molto bene dopo il (piccolo) rallentamento legato alla pandemia, facendo segnare nel 2021 una crescita del 22% rispetto all'anno precedente. Anzi, pare proprio che la permanenza forzata in casa abbia contribuito ad abbattere le diffidenze nei confronti delle connessioni IoT (internet of things) attive, che nel nostro Paese si attestano oggi a 111 milioni (in pratica quasi due per ogni abitante). Bisogna, però, distinguere IoT e smart home: infatti il mondo degli oggetti connessi include un numero sempre maggiore di campi e la smart home è solo uno di questi. Si spazia dall'agricoltura che ad esempio utilizza IoT per conoscere le necessità idriche dei diversi terreni in tempo reale e provvedere all'irrigazione di emergenza fino alle automobili che escono dalle fabbriche con un sistema per la connessione ormai di serie e poi ancora vanno annoverate le applicazioni medicali o quelle industriali con macchinari che utilizzano la rete per dialogare tra loro in automatico. La smart home è probabilmente l'applicazione che più interseca la nostra vita quotidiana e che, per funzionare al meglio, è connessa a un altro campo di interesse dello IoT, lo Smart metering.
Smart home: cosa significa
Buona parte delle nostre case può contare sull'intelligenza artificiale di qualche dispositivo, dal termostato allo smart speaker all'allarme, grazie anche ai costi sempre più accessibili. Anzi, in molti casi viviamo in una casa già "intelligente" sotto più punti di vista, senza rendercene neppure conto. una casa già intelligente La definizione di smart home resta, tuttora, liquida, difficile da incanalare in pochi aspetti. Ad oggi è quasi impossibile stabilire a cosa sia indirizzata la smartness dei nostri dispositivi domestici. Per tracciare i contorni dell'intelligenza di casa, possiamo rifarci a un'altra ricerca dell'Osservatorio Internet Of Things che, in base ai dati di vendita, individua i tre ambiti principali: sicurezza, climatizzazione degli ambienti e gestione degli elettrodomestici.
L'energia in casa diventa smart
Secondo i dati raccolti nella stessa ricerca, buona parte degli acquisti in materia di IoT è stata indirizzata a dispositivi che permettono di ottimizzare i consumi, a partire da caldaie e termostati connessi. Prendendo a campione tre tipologie di nuclei familiari (single, giovani coppie, famiglie con bambini) residenti nel Nord Italia, le soluzioni presenti già oggi sul mercato permetterebbero un risparmio medio compreso tra il 16% per le giovani coppie e il 28% per le famiglie con bambini. I benefici per l'ambiente sono altrettanto importanti: nella sola area metropolitana di Milano l'adozione di soluzioni smart per il riscaldamento permetterebbe di alleggerire il carico di CO2 nell'aria di oltre 54.000 tonnellate.
La transizione ecologica potrà essere supportata da processi più efficienti, strumenti smart che permetteranno di ridurre i consumi di energia Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things
Non dobbiamo poi dimenticare i contatori intelligenti che rappresentano il dispositivo IoT in assoluto più diffuso: dal 2012 al 2018, secondo quanto previsto da Arera, sono stati installati 11 milioni di contatori gas telegestiti da remoto e 7 milioni di contatori elettrici di seconda generazione (altri 25 milioni entro il 2031). Inoltre dal 25 ottobre 2020 tutti i contatori e i contabilizzatori di calore di nuova installazione dovranno essere gestibili da remoto secondo quanto previsto dalla Direttiva UE 2018/2002 sull'efficienza energetica (EED). Insomma, tutte le nostre case sono destinate a diventare "d'ufficio" smart per permettere la telegestione dei consumi e la corretta fatturazione. Questo non è l'unico vantaggio: la misurazione in tempo quasi reale infatti si potrà applicare non solo all'energia prelevata dalla rete ma anche a quella immessa. Si tratta di un fattore fondamentale per lo scambio di energia in rete e, di conseguenza, per la costituzione e lo sviluppo delle comunità energetiche.
Smart home e smart metering
In una prospettiva legata all'ottimizzazione dei consumi energetici, lo skill più importante di una casa intelligente è probabilmente la personalizzazione del sistema, che consente di risolvere i piccoli grandi problemi quotidiani legati all'impiego dell'energia. Un esempio? L'accensione contemporanea di forno e phon, in una casa dotata dei normali dispositivi, rischia di innescare un sovraccarico e far saltare la corrente. smart home e personalizzazione del sistema La casa intelligente a cui mirare permette di abbassare il consumo del forno e dare il tempo di asciugare i capelli. Con un vantaggio doppio: comfort nel non interrompere le nostre normali abitudini e, al contempo, risparmiare evitando il picco di consumo.
Una prospettiva che per il prosumer, ossia colui che consuma energia elettrica prodotta autonomamente (attraverso un impianto fotovoltaico, magari abbinato ad uno storage), si arricchisce ulteriormente. Al risparmio immediato, infatti, si aggiunge un possibile guadagno con l'immissione in rete dell'energia non autoconsumata direttamente. Il prosumer, grazie all'utilizzo delle tecnologie IoT in casa, diventa il centro di una vera e propria smart grid, coincidente con la propria casa, a sua volta possibile tassello di una comunità energetica. Una rete che si allarga, quindi, fino a comprendere la Smart city e tutte le sue possibili applicazioni. Prospettiva da fantascienza? No, realtà che potrebbe trovare un'applicazione su larga scala anche a breve termine.
Smart home e PNRR
“Nei prossimi anni siamo chiamati ad una sfida che determinerà il futuro delle prossime generazioni – afferma Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, all'interno dell'ultimo report –. La transizione ecologica potrà essere supportata da processi più efficienti, strumenti smart che permettano di ridurre i consumi di energia e di prevedere quando un macchinario ha bisogno di manutenzione, prima che questo si guasti. Su tutti questi fronti l’Internet of Things può svolgere un ruolo importante e la riprova di questo sta nei quasi 30 miliardi di euro contenuti nel PNRR che riguarderanno progetti basati su tecnologie IoT”.
Nell'ultimo rapporto dell'Osservatorio Internet Of Things sono elencate, una ad una, tutte le diverse forme di finanziamento presenti nel PNRR che potranno interessare il settore IoT: 14 miliardi sono stanziati per ambiti che riguardano la Smart Factory, 4 miliardi per l’Assisted Living, in particolare per la telemedicina quindi c'è la Smart City, la Gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico, la digitalizzazione della Rete idrica e lo Smart Building per l’efficienza energetica e la sostenibilità. All’interno di quest'ultimo ambito rientrano anche parte degli investimenti destinati alle Smart Grid per migliorare l’efficienza della rete, aumentare l'utilizzo di pompe di calore e ottimizzare la generazione distribuita di energia elettrica.
Un ecosistema intelligente al servizio dell'energia
Nella visione di Evolvere non esiste smartness senza un perfetta gestione dell'energia. Al cuore della soluzione c'è un proprio un hub di servizi coordinati da un’app, Eugenio, che attraverso lo smartphone permette di monitorare produzione e consumi dell'abitazione. Si tratta di un elemento fondamentale per la digitalizzazione dell'energia che significa anche eliminazione degli sprechi e delle perdite di produzione attraverso una rapida individuazione delle anomalie grazie alla lettura dei big data elaborati attraverso il cloud. Un sistema tecnicamente complesso ma di fruizione immediata dell'utente finale, pronto a diventare la vera e propria porta d'ingresso in una comunità energetica.