Il parlamento iberico sdogana l'autoconsumo collettivo. L'Italia potrebbe ricalcare il modello

La spinta all'autoconsumo dell'energia elettrica passa dalla Spagna. Il governo di Pedro Sanchez spinge sull'acceleratore per far recuperare a Madrid il terreno perso in ambito fotovoltaico e per renderlo possibile punta sull'autoconsumo.

Secondo la legge appena stata votata dal Parlamento iberico, infatti, l'autoconsumo di energia da un solo impianto per più utenti diventa un vero e proprio diritto. Questo significa che sarà possibile produrre energia non solo per gli abitanti di uno stesso stabile (come un condominio), ma addirittura per distretti e quartieri.

È la svolta per la nascita delle comunità energetiche, soprattutto a livello cittadino, dove sarà più semplice sfruttare impianti collettivi utilizzando le infrastrutture già esistenti senza oneri ulteriori eccetto quelli normalmente dovuti per l'utilizzo delle stesse. La nuova normativa infatti prevede espressamente il collegamento tra i diversi utenti attraverso la normale rete in bassa tensione già presente. Questo spalanca la strada alla smart grid rendendola fisicamente possibile ed economicamente conveniente.

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La decisione di Madrid arriva in un momento cruciale per la politica europea che nell'ultima L'Unione Europea ha stabilito il principio dell'autoconsumo condiviso Direttiva Ue sulle rinnovabili, ratificata il 13 novembre dal Parlamento dell'Unione (e ora al vaglio della Commissione), ha stabilito il principio dell'autoconsumo condiviso (il “joint self-consumption”). Nel documento, che pone l'obiettivo del 32% da fonti rinnovabili entro il 2030, uno dei punti cardine riguarda proprio l'autoconsumo per le famiglie: questo, secondo i legislatori europei, dovrà essere inserito in un quadro chiaro e stabile ed è prevista l'esenzione, per quanto riguarda gli impianti di piccola taglia (fino a 30 Kw), da commissioni e addebiti. Nella Direttiva l'Unione Europea per la prima volta apre ai prosumer e sancisce il diritto dei cittadini europei di produrre, accumulare e scambiare energia in rete.

La Spagna è il primo paese in Europa a recepire nel proprio ordinamento il principio dell'autoconsumo condiviso e soprattutto a renderlo operativo: nei prossimi tre mesi infatti si potranno leggere i decreti attuativi di questa legge che stabiliranno tecnicamente potenzialità e limiti. La strada però è tracciata moltiplicando interesse (e investimenti) nella generazione distribuita. Gli altri Paesi europei e soprattutto l'Italia seguiranno l'esempio spagnolo. Al momento è difficile a dirsi, anche se qualcosa si sta muovendo.

In Italia: il futuro è il modello one to many

In Italia l'autoconsumo nel modello one to many – quindi da un solo impianto a più utenti - è vietato. L'unica modalità ammessa infatti è quella one to one – ovvero un impianto di produzione / accumulo per una sola utenza secondo il modello SEU (Sistema efficiente di utenza). Oggi in Italia ad esempio è vietato produrre energia sul tetto di un condominio con un solo impianto per più utenti: al massimo è ammesso l'autoconsumo per le parti comuni.

Le cose però stanno cambiando velocemente: la Commissione industria del Senato sta mettendo in dubbio questo sistema, per certi versi arretrato e sopratutto incapace di spingere ulteriori investimenti nel settore. L'obiettivo è superare, in fretta, la logica del one to one, per dare spazio all'autoconsumo condiviso e quindi, allo stabilirsi di vere e proprie community di prosumer.

L'esigenza di legiferare in tema energetico è pressante. All'orizzonte non c'è in gioco solamente il sistema delle smart grid, ma un'intera economia. L'Europa con la nuova Direttiva ha riconosciuto l'importanza delle smart grid per raggiungere i livelli di consumo da fonti rinnovabili richiesti non solo a livello continentale ma dagli accordi internazionali sul clima. Per l'Italia è arrivato il momento non di limitarsi a seguire ma di contribuire a tracciare la strada che la Spagna (e nel prossimo futuro gli altri Paesi Ue) ha già dimostrato di voler percorrere. L'unica possibile: quella della generazione distribuita.