La storia commerciale dell’auto elettrica inizia 30 anni prima di quella a benzina, con un clamoroso sorpasso che a breve potrebbe ripetersi
Se potessimo immaginare questa sfida sarebbe come l'eterno duello tra Senna e Prost, con sorpassi e colpi di scena all'ultima curva. La storia dell’auto elettrica, infatti, è fatta di corsi (e ricorsi), di casi e di invenzioni che un secolo fa avrebbero potuto cambiare il mondo o, almeno, il nostro modo di percorrerlo. Iniziamo da un primo, sorprendente dato, anzi in questo caso parliamo più propriamente di data: è il 1880 quando dalle officine parigine Pillon, grazie al genio di Charles Jeantaud, esce la prima carrozza modello Tilbury senza cavalli ma alimentata da batterie che, pochi anni dopo, verrà perfezionata in un primo vero e proprio modello commerciale da 4 cv e 450 kg di batterie. Una strana carrozza a due posti che nel 1895 sarà sostituita da un nuovo modello a quattro posti, destinato a correre anche in pista oltre che a solcare le vie cittadine.
Il sorpasso storico: le auto elettriche superano le auto a motore
La storia dell’auto elettrica vs benzina inizia con un sorpasso. È il 18 dicembre 1898 quando il conte Gaston de Chasseloup-Laubat pilota un’auto elettrica, sempre progettata da Jeantaud, chiamata “Le Duc”. Trentasei cavalli per una velocità massima di 63,15 km/h, il record di velocità che spazza via quanto fatto dalle altre concorrenti a benzina. Tuttavia quasi una lumaca rispetto al risutato ottenuto, solo un anno dopo, dal pilota e ingegnere belga Camille Jenatzy che nel 1899, al timone del bolide elettrico Jamais contente supera i 100 km/h. Una velocità incredibile per la fine del XIX secolo.
Jamais contente: la prima auto (elettrica) a superare nel 1899 i 100 km/hIl XX secolo si apre dunque sotto i migliori auspici per l’elettrico al punto che, in più occasioni, lo stesso Jeantaud sarà pronto a preconizzare un florido futuro. In effetti i primi anni del secolo sembrano dargli ragione: a inizio Novecento il 38% dei veicoli in Usa erano elettrici e tutti i taxi di New York erano alimentati in questo modo. Il carrozziere francese, passato alla storia anche per l’invenzione del differenziale, non ha fatto però i conti con una certa Ford T che nel 1908 cambierà completamente il mercato. Questo modello, insieme al calo dei prezzi dei carburanti fossili e al miglioramento delle prestazioni di questi motori, segnerà il Novecento scalzando l’elettrico fino all’inizio degli anni Duemila.
La Tesla italiana
Nella storia dell’auto elettrica c’è spazio per l’Italia. Il primo veicolo tricolore con questo tipo di alimentazione vede la luce tra il 1890 e il 1891 grazie alla collaborazione tra l’ingegner Francesco Boggio e il conte Giuseppe Carli. L’Elon Musk italiano invece arriva dalla patria dell’automobile, Torino, anzi, più precisamente, da Alpignano: si tratta di Alessandro Cruto, a cui spetta anche il merito di aver inventato la lampadina a incandescenza, scoperta condivisa con Thomas Alva Edison. L’americano infatti precedette il piemontese di cinque mesi nel presentare l’invenzione, ma la lampadina di Cruto vantava una durata dieci volte superiore a quella di Edison.
Questa invenzione non fu, però, sufficiente a consegnarlo alla storia che premiò invece il suo rivale. Cruto non abbandonò mai la sua passione per l’elettricità e fondò la Società Industriale Italiana Alessandro Cruto a Genova che, quando spostò gli stabilimenti ad Alpignano, divenne Dora, dal nome del vicino fiume. La Dora fu la prima importante fabbrica di auto elettriche in Italia, che aveva in carico tutta la filiera, dalla progettazione alla realizzazione degli accumulatori e delle auto. Queste vantavano una percorrenza di 100 chilometri con una sola carica e una velocità di punta non elevata, pari a circa 32 km/h. La pubblicità dell'epoca le definiva vetture adatte per la città e per le dame.
La fine del secolo fu il periodo d’oro dell’auto elettrica: oltre trentamila veicoli circolanti nel mondo e una grande fermento tecnologico che vede tra gli altri protagonisti anche un certo Ferdinand Porsche che punterà su un motore ibrido elettrico e a scoppio. La sua Lohner-Porsche “Mixte” però a causa degli alti costi non ebbe il successo sperato: solo 11 automobile vendute che consegnarono il progetto all’oblio. Tra i suoi possessori, però, risultarono i personaggi più influenti dell’epoca: il Principe von Furstenberg, il Barone Rothschild e il Principe von Thurn und Taxis.
Il prossimo sorpasso: quando le auto elettriche saranno di più
Da inizio Novecento, però, la supremazia dell’elettrico perde velocemente terreno e bisognerà aspettare gli anni Settanta per un ritorno d’interesse, coincidente con la grande crisi petrolifera. Una progettazione e produzione in serie sarà, però, sviluppata solo negli ultimi due decenni con il fenomeno Tesla. Fondata nel 2003, nel 2020 ha festeggiato il milione di auto elettriche vendute, prima casa automobilistica a tagliare questo traguardo. Il 2020 e precisamente il mese di settembre ha segnato un momento storico per tutto il comparto con il primo sorpasso delle vendite di auto elettriche rispetto al diesel: 25% contro il 24,8%.
Un risultato ancor più soprendente se confrontato con le statistiche di solo un decennio prima quando la proporzione era 50% diesel e 1% elettrico. Non è però l’unico dato da tenere in conto: entro il 2030 molte case automobilistiche cesseranno di produrre veicoli a combustibili fossili. Nel 2035 su suolo europeo ci sarà lo stop definitivo, mentre su tutto il continente si stanno moltiplicando le infrastrutture di ricarica, come previsto dal Grean Deal. Il sorpasso è già una realtà.