Dal braciere olimpico a idrogeno, alle medaglie realizzate con telefoni cellulari riciclati, fino all'utilizzo dell'energia solare: Tokyo 2020 traccia una strada sostenibile
Le Olimpiadi di Tokyo 2020 per molti aspetti sono le più travagliate della storia, causa la pandemia mondiale che dapprima le ha posticipate di un anno e ora le costringe a uno svolgimento in assenza di pubblico (o quasi). Ma c'è un aspetto per il quale possono già fregiarsi di una medaglia d'oro. Quello della sostenibilità. Il comitato organizzatore, di fatto, ha puntato tutto sul concetto di Olimpiadi a impatto zero. Vediamo come.
Le Olimpiadi del riciclo
Molte risorse del nostro Pianeta non sono infinite. Per questo, il riciclo è estremamente importante, e alle Olimpiadi di Tokyo è stato preso sul serio. A partire dalla Torcia Olimpica, prodotta dal riutilizzo di rifiuti di alluminio provenienti da alloggi temporanei costruiti all'indomani del terremoto del 2011, e alimentata a idrogeno, così come il braciere. I metalli per le 5000 medaglie, invece, sono stati recuperati da quasi 79.000 tonnellate di smartphone e altre apparecchiature elettroniche donate dai giapponesi. Mentre i podi (foto di apertura © Comitato Olimpico Internazionale) sono in plastica riciclata, in parte recuperata anche dagli oceani. Gli organizzatori hanno poi noleggiato gran parte delle attrezzature invece di acquistarle, a partire da circa 65.000 computer, tablet e altri dispositivi elettronici.
Ma il concetto di riutilizzo più significativo è senz'altro quello legato agli impianti. Solo otto sedi di gara sono state costruite da zero. 25 dei 43 impianti olimpici e paralimpici esistevano prima dei Giochi, alcuni addirittura già utilizzati dai Giochi Olimpici di Tokyo del 1964, semplicemente riadattati con tecnologie edilizie avanzate per ridurne il consumo energetico. Altre 10 sedi sono invece strutture temporanee progettate per ridurre al minimo i costi di costruzione e il consumo di energia.
Bus alimentato a idrogeno (© foto Comitato Olimpico Internazionale)
Olimpiadi a zero emissioni
Notevole lo sforzo per ridurre a zero le emissioni di CO2. Gran parte dell'energia per Tokyo 2020 proviene da fonti rinnovabili, tra cui pannelli solari e impianti a biomassa legnosa. Particolarmente significativa l'alimentazione dell'Ariake Urban Sports Park, la struttura che ospita gli eventi di BMX freestyle, BMX racing e skateboarding: è alimentata completamente da energia fotovoltaica prodotta a Fukushima, teatro del terremoto del 2011.
E laddove non è stato possibile utilizzare l'energia rinnovabile, Tokyo 2020 andrà oltre la neutralità della CO2 compensando più emissioni di quante emesse, comprendendo in questo computo tutte le emissioni dirette e indirette, trasporti e costruzioni incluse. Attenzione anche alla mobilità sostenibile: saranno 500 i veicoli elettrici e 100 gli autobus a idrogeno messi a disposizione da Toyota, partner dell'evento.
Costruire per il futuro
Il Villaggio Olimpico è il cuore della manifestazione, ospitando per questa edizione circa 11.000 atleti. È stato costruito su un terreno bonificato e l'elettricità utilizzata per la struttura - dai dormitori, alle mense fino agli impianti di allenamento - è generata utilizzando celle a combustibile a idrogeno puro. Dopo i Giochi, il Villaggio sarà trasformato in appartamenti, una scuola, negozi e altre strutture, diventando così la prima città giapponese alimentata a idrogeno. Anche all'interno del Villaggio è forte il concetto del riciclo: gli atleti dormiranno su 18.000 letti in cartone riciclabile che gli organizzatori però assicurano poter reggere fino a 200 kg di peso.
Particolare della costruzione del Villaggio Olimpico (© foto Comitato Olimpico InternazionaleInfine, le due principali zone olimpiche, la Heritage Zone e la Tokyo Bay Zone, sono state progettate per sfruttare il meglio del passato per un futuro sostenibile. L'Heritage Zone ripropone diversi luoghi iconici utilizzati ai Giochi di Tokyo del 1964, tra cui la sede del tennis da tavolo presso il Tokyo Metropolitan Gymnasium e il famoso Nippon Budokan. In questa zona sorge anche il nuovo Japan National Stadium, sede delle cerimonie di apertura e chiusura, che incorpora grondaie giganti progettate per convogliare il vento naturale per raffrescare al posto dell'aria condizionata.
L'ultramoderna Tokyo Bay Zone, invece, è un modello di sviluppo urbano innovativo che rivitalizzerà il lungomare di Tokyo, con trasporti e accesso migliorati all'area della baia. Tra le 16 sedi che sorgono in questa zona c'è il Tokyo Aquatics Centre, che può regolare la lunghezza e la profondità delle sue piscine spostando pavimenti e pareti, con un sistema alimentato da energia solare e da una pompa di calore.