L'ateneo di Bologna è nella top 10 delle università green. Tutti i criteri per un'università sostenibile
Le università più sostenibili al mondo |
Università sostenibile: i criteri di valutazione |
Anche l'Italia figura nella top 10 delle università più sostenibili al mondo e lo fa grazie all'Ateneo di Bologna.
Il riconoscimento è arrivato dall'ultima edizione dell'UI GreenMetric World University Ranking - lanciato da Universitas Indonesia nel 2010 - che valuta le politiche e le azioni green messe in campo dalle università a livello globale secondo parametri come le infrastrutture dei campus, l'energia utilizzata, la gestione dei rifiuti, i trasporti, il ruolo della sostenibilità nel piano d'istruzione.
Tutti parametri essenziali per costruire un'università sostenibile, attenta nella gestione delle sue risorse e impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici.
Le università più sostenibili al mondo
Sono stati 912 gli atenei che hanno partecipato all'ultima rilevazione (alla precedente erano 780). A capo delle università più green c'è l'ateneo olandese Wageningen University & Research, seguito da tre università britanniche: Oxford, Nottingham University e Nottingham Trent University. Al quinto posto ecco l'Università della California, seguita dall’Umwelt-Campus Birkenfeld (Germania), e ancora da due atenei dei Paesi Bassi (l’Università di Groningen al settimo posto e la Leiden University all'ottavo). Nona posizione per la University College Cork irlandese, mentre l'Alma Mater di Bologna chiude la top ten.
Con questo risultato l'Università di Bologna si conferma per il quarto anno l'università più sostenibile in Italia, arrivando per la prima volta nella top ten mondiale (nel 2019 era in quattordicesima posizione).
A premiarla, in particolare, l'impegno in tema di trasporti (dove l’Alma Mater ottiene il massimo punteggio possibile), ma anche la gestione dei rifiuti e l’utilizzo delle risorse idriche.
Altre trenta università italiane hanno partecipato alla rilevazione.
Oltre Bologna, quattro quelle che hanno raggiunto la top 50 mondiale: l'Università degli Studi di Torino (22°), il Politecnico di Torino (25°), l'Università degli Studi dell’Aquila (40°) e la Luiss di Roma (43°) mentre l'Università degli Studi di Genova si è posizionata a ridosso della top 50 (55°).
Università sostenibile: i criteri di valutazione
La classifica dell'UI Green Metric è determinata da una serie di fattori che si basano sulle quattro “E”: environment (ambiente), economics (economia), equity (equità) ed education (educazione).
L'aspetto più rilevante per valutare un'università sostenibile riguarda l'energia e l'attenzione ai cambiamenti climatici. La classifica si concentra dunque su indicatori quali l'utilizzo di apparecchiature efficienti dal punto di vista energetico, l'utilizzo di energie rinnovabili, il consumo globale di elettricità, i programmi di risparmio energetico, la bioedilizia.
Particolare rilievo è dato al trattamento dei rifiuti, ovvero la loro gestione e smaltimento, la raccolta differenziata, le azioni attuate per ridurre l'uso di carta e plastica nel campus. Un altro indicatore importante è l'uso dell'acqua (e l'attenzione che le università pongono nel ridurre il consumo di questo bene essenziale). Trovano poi spazio altri aspetti, come la presenza di spazi verdi nei campus, ma anche il sistema dei trasporti (vengono privilegiate politiche volte a limitare i veicoli privati a motore, a favore di autobus green o biciclette) e l'impegno degli atenei nell'inserire il tema della sostenibilità nel percorso formativo dei suoi studenti.